I nudi di Ren Hang eleganti e inquieti
Nel mondo della fotografia contemporanea Ren Hang (19872017) è passato come una meteora. Era nato a Changchun, città nel nord est della Cina, e aveva cominciato a fotografare nei primi anni di liceo. A 17 anni si era trasferito a Pechino per studiare marketing e pubblicità. Per «combattere la noia», come scrive lui stesso, nel 2007 aveva iniziato a fotografare i suoi compagni di corso prevalentemente nudi, in situazioni nelle quali paradossi, equivoci, ironia si intrecciavamo. Le sue immagini sono raffinate e inquietanti e sfiorano la sottile linea di demarcazione che separa l’eleganza dalla pornografia. Con il successo iniziano le reprimende poliziesche e Ren Hang finisce più volte in carcere. In un’intervista dichiara: «Non è mia intenzione sfidare i limiti, faccio solo quello che mi viene naturale». Conquista una notorietà mondiale, lavora per i più sofisticati periodici e marchi della moda, espone in gallerie internazionali e riceve premi di prestigio. Ha un blog nel quale fa spesso riferimento alla depressione. Che lo porterà, a 29 anni, al suicidio. La Fondazione Sozzani (corso Como 10), che festeggia i trent’anni di attività, presenta, per la prima volta a Milano, «Ren Hang, photography»: 80 fotografie, video, libri e riviste. Inaugurazione oggi ore 15-20; fino al 29 novembre, tutti i giorni ore 11-20.