«Treviglio, troppi medici abbandonano l’ospedale»
A Treviglio l’allarme delle associazioni. E torna il nodo dei turni al Pronto soccorso
«Troppi specialisti abbandonano l’ospedale di Treviglio». A lanciare l’allarme sono le associazioni che si sono ritrovate in un convegno per analizzare lo stato della salute prima, durante e dopo il Covid e dove non era presente la direzione dell’Asst Bergamo Ovest, nonostante fosse invitata.
Esami in ritardo, difficoltà a prenotare le visite, perdita di medici specialistici. Le associazioni che assistono i malati cronici all’interno dell’ospedale di Treviglio aprono il dibattito sullo stato della sanità prima, durante e dopo il Covid-19. Un tema caldo che è stato al centro del convegno promosso ieri a Treviglio dall’Associazione diabetici bergamaschi, «Cuore e vita», che assiste i cardiopatici, e dagli «Amici di Gabry», che si occupa dei malati oncologici.
Giuseppe Scaravaggi, presidente onorario di «Cuore e vita» ha stigmatizzato la riduzione della sanità a business e bilanci: «Il desiderio di maggior produttività ha portato a svendere la cura della salute. Affidare a manager che hanno la mentalità formata per dirigere stabilimenti e non luoghi di cura e sollievo per le persone, ha fatto perdere ai nostri ospedali gran parte della loro fisionomia».
Per gli Amici di Gabry, il dottor Marco Cremonesi, oncologo in pensione, a lungo in servizio nell’ospedale di Treviglio, ha segnalato la continua perdita di professionalità. «L’Oncologia — dice — non ha smesso di funzionare ma i tempi si sono allungati tantissimo. Con il Centro di prenotazione chiuso per il Covid e solo il centralino regionale, i pazienti per fare gli esami vanno ovunque. Questo, insieme al fatto che gli oncologi, per la nuova organizzazione del Pronto soccorso partita a gennaio, spesso non sono in reparto perché devono fare le guardie in Medicina, fa sì che ci sia una perdita di continuità assistenziale. Con il coronavirus poi è venuta meno tutta l’attività di prevenzione e del volontariato in ospedale. La gente sempre più spesso ci chiede “dove sta andando il nostro ospedale”? La consulta del volontariato, nata due anni fa è in stallo. Addirittura il medico che la coordinava ha lasciato l’Asst Bergamo Ovest. E non è il solo: negli ultimi due anni molti specialisti: allergologi, internisti, chirurghi, diabetologi, hanno abbandonato l’ospedale».
Anche Lorenzo Mussi, vicepresidente dell’Associazione diabetici bergamaschi è tornato sulla nuova gestione del Pronto soccorso, che aveva portato una cinquantina di medici a scontrarsi con la direzione generale: «Non entriamo nel merito della scelta ma il risultato è una riduzione per l’utenza dei medici specialistici occupati in altri compiti». L’associazione dei diabetici ha contestato anche la scelta, durante l’epidemia, di non allestire un pre-triage, utilizzando al suo posto le ambulanze. Questa decisione – osserva Mussi – presa pare con il benestare di Regione, ha avuto come conseguenza che i malati hanno atteso per ore i mezzi di soccorso».
Non presente in sala la direzione dell’Asst Bergamo Ovest benché invitata. Una dipendente dell’Azienda presente in sala ha spiegato che l’invito è arrivato solo giovedì. A raccogliere l’appello delle associazioni i sindaci presenti in sala: Claudio Bolandrini di Caravaggio e Juri Imeri di Treviglio, entrambi sulla stessa linea. «Siamo disponibili – spiegano — a sederci a un tavolo per discutere i problemi che riguardano strettamente l’ambito dell’ospedale, e con un atteggiamento propositivo per trovare soluzioni da presentare poi all’Asst Bergamo Ovest. Non ci interessano attacchi personali o strumentalizzazioni politiche».