Corriere della Sera (Bergamo)

Variabile pubblico

Il calcio tra popolo e sponsor: chi potrà entrare al Gewiss Stadium

- Davide Ferrario

«Otutti o nessuno». «Meglio che niente». Le posizioni dei tifosi atalantini riguardo alla riapertura parziale degli stadi, Gewiss compreso, sono piuttosto semplici. La Curva Nord, che già non voleva ripartisse il campionato, è per una posizione radicalmen­te «democratic­a», che rischia però di far rivedere gli spalti ai tifosi forse tra un anno. Quello che sta succedendo nel mondo non induce all’ottimismo, ma a previsioni ragionevol­mente lunghe.

Dall’altra parte, riaprire anche parzialmen­te gli stadi è un segnale che — al di là del numero degli ammessi — indica che lentamente, molto lentamente, ci si sta avviando verso la normalità. «Piotòst che negòt l’è mei piotòst» («Piuttosto di niente è meglio piuttosto», ndr), come sintetizza il post di un tifoso.

Ma questo dibattito forse non vede il vero problema, che si sta già invece ben delineando: e cioè, chi sono i mille che potranno entrare allo stadio? Direi che tutte le società una linea chiara ce l’hanno già: non entreranno i tifosi comuni, ma quelli legati agli sponsor o in generale al giro dei business dei club. Le situazioni estreme hanno il ruvido pregio di mettere in chiaro come stanno le cose: e questa congiuntur­a non fa altro che ribadire qual è l’essenza del calcio oggi. Niente scandali o moralismi, per carità. È da anni che questo processo va avanti e il modo in cui i Percassi sono riusciti a mettere insieme business e genuina passione sportiva ha regalato gioie impensate anche ai tifosi bergamasch­i che rimpiangon­o il calcio di una volta. Tutti sappiamo che il miracolo atalantino è tanto di Gasperini e della squadra quanto della dirigenza e della società. Ci può essere un modo «popolare» di essere consapevol­i di questo, come quando la Curva innalza lo striscione che ringrazia tutti, dal presidente al magazzinie­re. E un modo più cinico e matter-offact, come quello della gestione dei biglietti, che ci ricorda poco gentilment­e chi comanda davvero.

La sostanza, purtroppo, resta che ormai il pubblico è diventato una variabile dello spettacolo-calcio, nel senso che se ne può fare a meno, come sta dimostrand­o l’incredibil­e esperiment­o globale a cui assistiamo da giugno: impensabil­e anche solo un anno fa, ma ormai diventato pratica comune, quasi un’assuefazio­ne. Ancora pochi mesi per capire se diventerà tendenza e anche i gradoni degli stadi verranno sostituiti, come nella NBA, dai faccioni on-line dei tifosi collegati via internet.

La linea dei club Entrano i supporter legati al business dei club: è il calcio di oggi, non uno scandalo

La proprietà I Percassi sono riusciti a unire un’ottima gestione a una sana passione sportiva

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Si riparte La prima partita dell’Atalanta a Bergamo sarà il 4 ottobre contro il Cagliari

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