Mezz’ora di note con Raffaello
Una serie di sei brevi recital per 15 persone ognuno alla Pinacoteca Ambrosiana
«Musica al Museo» sembra non raccontare qualcosa di nuovo: il concerto in una sala museale, davanti a un capolavoro scultoreo o pittorico rappresenta una formula ormai affermata e diffusa, ben nota al pubblico degli appassionati. Eppure la musica al tempo del Covid, seppure stia subendo non poche e non certo ininfluenti restrizioni (basti pensare alla limitazione del pubblico e alla riduzione degli organici orchestrali con le ovvie conseguenze sul repertorio eseguibile), sta riuscendo a trovare nuove strade e nuove modalità per conciliare qualità e quantità massime con le attuali contingenze.
Lo riprova «Musica al Museo», che oggi e nei prossimi tre mercoledì porta sì violini e violoncelli alla Biblioteca Ambrosiana, ma lo fa seguendo un percorso tutto nuovo. Non potendo ospitare tanti spettatori in una volta sola, la Società
del Quartetto ha pensato a sei esibizioni di mezz’ora ciascuna senza soluzione di continuità, a cui potranno accedere quindici persone per volta; oggi tocca al Quartetto Indaco, nato nel 2007 alla Scuola di Fiesole e ormai lanciato nel circuito concertistico internazionale maggiore: davanti al cartone preparatorio che Raffaello creò per il suo celeberrimo affresco «La scuola di Atene», spazierà tra le 18 e le 21 da Mozart alle «Miniature armene» di Komitas, da Brahms al quartetto «Americano» di Dvorak, da Ravel e Rachmaninov a Glazunov e la «Oracion del Torero» di Turina. Per il pubblico, la mezzora di note davanti al capolavoro di Raffaello sarà solo una tappa della visita guidata tra i tesori dell’Ambrosiana, preceduta dalle soste davanti all’«Adorazione dei Magi» di Tiziano, «La Madonna del padiglione» di Botticelli, «La Madonna in trono con sant’Ambrogio e san Michele» del Bramantino, «Il riposo durante la fuga in Egitto» di Jacopo da Ponte. Dopo la musica riprenderà la visita, che si soffermerà in particolare davanti al «Vaso di fiori con gioiello, monete, conchiglie» di Brueghel il Vecchio e davanti a «Il musico» e al «Codice atlantico» di Leonardo.
Mercoledì 30 Luigi Attademo inizierà ognuno dei sei recital con una Sonata di Domenico Scarlatti, napoletano che fece fortuna e morì a Madrid, continuando con pagine di Barrios («La catedral»), Granados («Danza espanola»), Sor (Introduzione e variazioni sull’aria «O cara armonia» di Mozart) e Paganini (Romance e Andantino dalla Grande Sonata in La). il 7 ottobre Oleksandr Pusharenko confronterà al violino Bach e Paganini, il 14 gran finale col violino e il violoncello dell’InstaDuo.