Cristini, sequestro da 500 mila euro Un imprenditore vuota il sacco
Bloccati 525 mila euro all’ex direttore Promoberg. Da un imprenditore fatture false per lui
Per Stefano Cristini, l’ex direttore della Fiera di via Lunga indagato per peculato e appropriazione indebita, il Tribunale ha disposto il sequestro preventivo ai fini della confisca di 524 mila euro. La Procura contesta a Cristini di essersi appropriato di soldi dell’ente attraverso falsi rimborsi di ignari dipendenti, ma anche con un giro di false prestazioni fatturate da un imprenditore che ha parlato con la Guardia di finanza. Vengono contestati anche 8.700 euro per acquistare biglietti per le partite dell’Atalanta e circa 35 mila euro per gli spettacoli al Creberg.
Mezzo milione, ma poteva essere quasi il doppio. Forse anche di più, considerati i sospetti che restano a quanto pare vivi tra gli inquirenti. A Stefano Cristini, ex direttore dell’Ente Fiera, 55 anni, di Bergamo, il Tribunale sequestra ai fini della confisca 525 mila euro nell’inchiesta, ormai in dirittura di arrivo, che prima dell’estate 2019 lo avevano portato agli arresti domiciliari. È libero da tempo, ma nella tiritera di ricorsi tra Riesame e Cassazione, è stata più la tesi dei pm Silvia Marchina ed Emanuele Marchisio a uscirne rafforzata con la battaglia sulla qualificazione del reato. Peculato era e peculato rimane anche nell’ordinanza del gip Federica Gaudino che interviene sulle disponibilità finanziarie.
In base agli accertamenti del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, Cristini avrebbe sottratto in tutto alla Fiera 908 mila euro. Il sequestro riguarda però solo la somma riferita al periodo in cui non è intervenuta la prescrizione, da agosto 2009 ad aprile 2019. Restano dunque esclusi i 383 mila euro calcolati da inizio 2006 a fine luglio 2009. E, sullo sfondo, altri fronti su cui l’indagato, per i pm, avrebbe agito con modalità «quantomeno opache», è precisato nella richiesta di sequestro dove si fa riferimento, ad esempio, a un esposto della società Bergamo Fiera Nuova, del giugno scorso, per denunciare nella gestione dei parcheggi incassi sottratti, tra il 2013 e il 2019, per una cifra tra i 200 mila e il milione e mezzo di euro. Oppure ai rapporti con la titolare di un’agenzia di moda che forniva hostess per gli eventi e riceveva biglietti omaggio da
Promoberg. Anomalie che non si sono tradotte in contestazioni, ma che evidentemente l’accusa non vuole lasciare scivolare via del tutto.
Dunque, venendo ai capitoli che hanno trovato riscontro nelle indagini, Cristini è accusato di avere fatto uscire denaro dalla Fiera innanzitutto attraverso la modalità dei falsi rimborsi autorizzati anche dal segretario generale Luigi Trigona (fino al 2015), coindagato insieme a Diego Locatelli, l’addetto alla gestione della cassa generale da cui venivano prelevati i soldi. In tutto, 300 mila euro, che per i 12 ignari dipendenti è stato facile disconoscere. Semplicemente non avevano mai chiesto né ricevuto rimborsi chilometrici. Sempre secondo le indagini, l’ex direttore era così attento da informarsi anche sul modello di auto di ciascuno di loro. C’è poi la parte relativa ai biglietti omaggio per il teatro Creberg. I finanzieri ne hanno spulciati 5.700, depennando quelli andanti a sponsor, soggetti istituzionali, stampa, fornitori. Hanno tenuto in considerazione solo quelli nominativi fatti avere ad amici e parenti di Cristini: fanno 307 biglietti per circa 35 mila euro.
Quando l’inchiesta è scoppiata gli indagati erano 6: oltre a Cristini, Trigona e Locatelli, il presidente del collegio sindacale di Promoberg Mauro Bagini e gli altri due commercialisti che ne facevano parte, Gianfranco Ceruti (ex presidente della Provincia e di Teb) e Pierluigi Cocco. Ora si sono aggiunti altri due nomi. Quelli di Marco Lanfranchi, 53 anni, amministratore delegato della società Area Pv Eventi con sede a Lallio, e di Gian Franco Sibilla, 71 anni, titolare di un’azienda nel settore della pubblicità. Il primo, attraverso il pagamento di false spese fatturate a Promoberg, avrebbe consentito a Cristini di spendere 8.700 euro per le partite in casa dell’Atalanta, tra settembre 2018 e inizio 2019. L’altro, tra il 2010 e il 2017, avrebbe accettato un fisso di 1.800 euro al mese per lasciare che Cristini fatturasse al posto suo. Si conoscevano, era in difficoltà. A rapporto in procura, Sibilla ha spiegato che lui predisponeva le fatture e Cristini «stabiliva l’importo». Poi, è il suo verbale, «mi diceva che avrei dovuto restituire tutto, pertanto una volta fatto il bonifico sul mio conto, io nei giorni successivi provvedevo a prelevare l’intera somma e la portavo in contanti
Le partite allo stadio Dalla cassa dell’ente sarebbe uscito denaro per comprare biglietti dell’Atalanta
a Cristini. Consegnavo tutto personalmente nelle mani di Cristini (...) e se c’era qualcuno con lui, aspettava che uscisse prima di prendersi i soldi in contanti». Un giochetto che da solo avrebbe fruttato 540 mila euro.