Provincia bacchettata dalla Regione
Bocciature nel Piano territoriale. Tensione tra il presidente Gafforelli e Forza Italia
Mancato inserimento dei raddoppi ferroviari e delle nuove stazioni di Curno e dell’ospedale di Seriate, poca attenzione al rischio idrogeologico e confusione nel designare le aree agricole strategiche da tutelare. Non è tenera la verifica firmata dalla Regione al Ptcp, il documento di programmazione territoriale della Provincia di Bergamo in fase di rinnovamento e giunto ormai alle fasi conclusive.
Secondo le scadenze annunciate il presidente Gianfranco Gafforelli intenderebbe arrivare all’approvazione finale prima che il consiglio provinciale vada al voto a dicembre per il rinnovo. Due scadenze che si legano facendo fibrillare il mondo politico in cui l’analisi di Palazzo Lombardia, pubblicata nei giorni scorsi, farà discutere. Non sono pochi, infatti, i segni a matita blu apposti sul documento provinciale che deve gestire il territorio bergamasco nei prossimi anni. E ieri la verifica della Regione ha già provocato un caso politico. Nella riunione dei capigruppo successiva al Consiglio provinciale, la discussione si è accesa con il presidente Gianfranco Gafforelli che ha attaccato il consigliere di Forza Italia Oscar Seghezzi. L’esponente azzurro in fase di adozione del Ptcp aveva espresso infatti simili dubbi sulla non conformità del documento alla normativa regionale.
Il richiamo di fondo di Palazzo Lombardia è la mancata coerenza con il Ptr, il Piano territoriale regionale che fissa il quadro generale entro cui poi il documento della Provincia deve muoversi. In quest’ambito, per i tecnici regionali, spicca ad esempio l’assenza nel Ptcp di un’adeguata attenzione al rischio idrogeologico, per il quale viene contestato il mancato inserimento delle opere di messa in sicurezza nel territorio orobico, e non si fa menzione di quello sismico anche se con il nuovo Piano la Provincia cambia la classificazione del territorio.
Altra carenza sottolineata dalla Regione è quella sulle infrastrutture e in particolar modo di quelle su rotaia. «Nella documentazione — si legge nella verifica — non si riscontrano i riferimenti a due progetti richiesti dalla Regione a Rfi: il raddoppio della Montello-Rovato e della Ponte San Pietro-Carnate». La Regione chiede poi di inserire nel Ptcp l’aggiornamento allo stato dell’arte dei progetti della linea Bergamo-Orio al Serio e la previsione delle fermate di Curno sulla Ponte San Pietro-Bergamo e di Seriate a servizio dell’ospedale Bolognini sulla Bergamo-Montello. Tirata d’orecchie anche per la linea tramviaria T2 della Val Brembana in cui l’attestazione va ora prevista ad Almé e non a Villa d’Almé, con la necessità di aggiornare tracciato e corridoio di salvaguardia.
Dalla Regione arriva anche un richiamo sul tema caldo che soprattutto in pianura lungo la Brebemi è molto sentito: le grandi strutture per la logistica. L’invito è a localizzarle «nella logica di minimizzazione del consumo del suolo e di rigenerazione delle aree dismesse e tutela delle terre libere». Palazzo Lombardia
Le linee ferroviarie Mancano nel Ptcp i raddoppi nei tratti Montello-Rovato e Ponte-Carnate
poi richiama la Provincia per la deroga che aveva concesso alle logistiche sotto i 5 mila metri quadrati, concedendo il loro insediamento anche su terreni liberi.
Tra i punti più critici per la Regione c’è l’indicazione delle Aas, le Aree agricole strategiche, terreni che per estensioLavori ne e per tipo di coltura vanno tutelati. La Regione contesta innanzitutto l’esclusione dalle Aas dei terreni sopra i 600 metri ritenendo la tutela dei pascoli e dell’agricoltura in montagna. Altra criticità è invece l’aver ricompreso la gran parte dei terreni agricoli della pianura sotto l’ombrello dell’Aas con lo scopo di tutelarli. Una previsione che è al centro anche di molte delle osservazioni presentate dai Comuni e dovranno essere discusse in consiglio provinciale. Il problema è che molti di questi terreni hanno già altre destinazioni e il cambio in corsa rischia di portare a una pioggia di ricorsi. Non solo per Palazzo Lombardia lo strumento dell’Aas è stato usato in maniera troppo estensiva perdendone la peculiarità.