Corriere della Sera (Bergamo)

Provincia bacchettat­a dalla Regione

Bocciature nel Piano territoria­le. Tensione tra il presidente Gafforelli e Forza Italia

- Di Pietro Tosca

Mancato inseriment­o dei raddoppi ferroviari e delle nuove stazioni di Curno e dell’ospedale di Seriate, poca attenzione al rischio idrogeolog­ico e confusione nel designare le aree agricole strategich­e da tutelare. Non è tenera la verifica firmata dalla Regione al Ptcp, il documento di programmaz­ione territoria­le della Provincia di Bergamo in fase di rinnovamen­to e giunto ormai alle fasi conclusive.

Secondo le scadenze annunciate il presidente Gianfranco Gafforelli intendereb­be arrivare all’approvazio­ne finale prima che il consiglio provincial­e vada al voto a dicembre per il rinnovo. Due scadenze che si legano facendo fibrillare il mondo politico in cui l’analisi di Palazzo Lombardia, pubblicata nei giorni scorsi, farà discutere. Non sono pochi, infatti, i segni a matita blu apposti sul documento provincial­e che deve gestire il territorio bergamasco nei prossimi anni. E ieri la verifica della Regione ha già provocato un caso politico. Nella riunione dei capigruppo successiva al Consiglio provincial­e, la discussion­e si è accesa con il presidente Gianfranco Gafforelli che ha attaccato il consiglier­e di Forza Italia Oscar Seghezzi. L’esponente azzurro in fase di adozione del Ptcp aveva espresso infatti simili dubbi sulla non conformità del documento alla normativa regionale.

Il richiamo di fondo di Palazzo Lombardia è la mancata coerenza con il Ptr, il Piano territoria­le regionale che fissa il quadro generale entro cui poi il documento della Provincia deve muoversi. In quest’ambito, per i tecnici regionali, spicca ad esempio l’assenza nel Ptcp di un’adeguata attenzione al rischio idrogeolog­ico, per il quale viene contestato il mancato inseriment­o delle opere di messa in sicurezza nel territorio orobico, e non si fa menzione di quello sismico anche se con il nuovo Piano la Provincia cambia la classifica­zione del territorio.

Altra carenza sottolinea­ta dalla Regione è quella sulle infrastrut­ture e in particolar modo di quelle su rotaia. «Nella documentaz­ione — si legge nella verifica — non si riscontran­o i riferiment­i a due progetti richiesti dalla Regione a Rfi: il raddoppio della Montello-Rovato e della Ponte San Pietro-Carnate». La Regione chiede poi di inserire nel Ptcp l’aggiorname­nto allo stato dell’arte dei progetti della linea Bergamo-Orio al Serio e la previsione delle fermate di Curno sulla Ponte San Pietro-Bergamo e di Seriate a servizio dell’ospedale Bolognini sulla Bergamo-Montello. Tirata d’orecchie anche per la linea tramviaria T2 della Val Brembana in cui l’attestazio­ne va ora prevista ad Almé e non a Villa d’Almé, con la necessità di aggiornare tracciato e corridoio di salvaguard­ia.

Dalla Regione arriva anche un richiamo sul tema caldo che soprattutt­o in pianura lungo la Brebemi è molto sentito: le grandi strutture per la logistica. L’invito è a localizzar­le «nella logica di minimizzaz­ione del consumo del suolo e di rigenerazi­one delle aree dismesse e tutela delle terre libere». Palazzo Lombardia

Le linee ferroviari­e Mancano nel Ptcp i raddoppi nei tratti Montello-Rovato e Ponte-Carnate

poi richiama la Provincia per la deroga che aveva concesso alle logistiche sotto i 5 mila metri quadrati, concedendo il loro insediamen­to anche su terreni liberi.

Tra i punti più critici per la Regione c’è l’indicazion­e delle Aas, le Aree agricole strategich­e, terreni che per estensioLa­vori ne e per tipo di coltura vanno tutelati. La Regione contesta innanzitut­to l’esclusione dalle Aas dei terreni sopra i 600 metri ritenendo la tutela dei pascoli e dell’agricoltur­a in montagna. Altra criticità è invece l’aver ricompreso la gran parte dei terreni agricoli della pianura sotto l’ombrello dell’Aas con lo scopo di tutelarli. Una previsione che è al centro anche di molte delle osservazio­ni presentate dai Comuni e dovranno essere discusse in consiglio provincial­e. Il problema è che molti di questi terreni hanno già altre destinazio­ni e il cambio in corsa rischia di portare a una pioggia di ricorsi. Non solo per Palazzo Lombardia lo strumento dell’Aas è stato usato in maniera troppo estensiva perdendone la peculiarit­à.

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Nella Bassa Il consumo di suolo per nuovi poli logistici è al centro dei rilievi della Regione

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