Una residenza artistica nella vecchia corte
L’idea del Collettivo Karvansaray: inaugurazione a metà ottobre
Una vecchia corte nel centro storico di Treviglio, chiusa da oltre trent’anni, ospiterà la residenza artistica del Collettivo Karvansaray (nella foto i lavori) che vuole aprirla alla città. Un’idea nata da due coppie di amici.
Una vecchia corte nel centro di Treviglio chiusa da oltre trent’anni, tanto olio di gomito e un sogno che sta per diventare realtà. È iniziato il conto alla rovescia per l’inaugurazione della residenza artistica del Collettivo Karvansaray che vuole diventare un punto di aggregazione per teatro, performance e installazioni, pittura, fotografia, video nella città della Bassa e non solo. A dare la scintilla iniziale, due coppie di amici, Sergio Fantoni con Laura Carioni e Maria Rosa Criniti con Massimiliano Scabeni. «Ognuno di noi — racconta Fantoni — ha un proprio percorso artistico e volevamo trovare un posto per dare spazio a queste passioni. Una ricerca che ci ha portato a Treviglio, città che tutti noi abbiamo frequentato e che è sempre stata un buon terreno per queste iniziative.
C’era già l’idea del Karvansaray, del caravanserraglio, la stazione nel deserto dove trovavano riparo le carovane, un luogo di incontro dove le persone e i linguaggi si mescolano. Occorreva dargli una casa». Così, poco prima del lockdown, i quattro hanno risposto a un’inserzione per andare a vedere un vecchio negozio da parrucchiere in via Sant’Agostino nel centro storico di Treviglio, tra palazzo Silva e il teatro Filodrammatici. Era l’unica parte della corte che era stata usata negli ultimi anni dove un tempo, come si può leggere sull’insegna af— frescata sopra il portone, c’era anche la vecchia Trattoria Moro. «Qui abbiamo avuto una sorpresa inaspettata — racconta Fantoni —, quando abbiamo spiegato al proprietario, Gianmaria Bergamini, il nostro progetto, ci ha messo a disposizione l’intera struttura in comodato». Poco dopo, però, il progetto ha dovuto fermarsi per il lockdown.
Con l’arrivo dell’estate i quattro pionieri sono tornati alla carica e si sono rimboccati le maniche. «Occorreva innanzitutto — spiega Fantoni mettere in sicurezza la corte che non era abitata da tempo. La scelta istintiva è stata quella di conservare l’atmosfera del posto evocativa delle tante storie che quell’edificio aveva già vissuto». C’erano da ridipingere muri e infissi, sistemare gli impianti, rinnovare i servizi e fare mille manutenzioni. Per riuscirci, Karvansaray ha lanciato un appello sui social chiedendo aiuto e in tanti hanno risposto. A inizio settembre il gruppo, che nel frattempo è cresciuto, si è costituito in associazione culturale e per il 17 e 18 ottobre è stato fissato il «rito di inaugurazione». Una due giorni in cui si comincerà a scoprire la nuova realtà. La partecipazione è libera ma su prenotazione per rispettare le misure anti Covid. Già nelle settimane successive partiranno i primi corsi e laboratori.
Il cuore del Karvansaray però sarà un altro. «Per tenere fede al suo nome di luogo d’incontro — precisa Fantoni —, sarà anche una residenza artistica dove saranno ospitate non solo compagnie teatrali, ma anche pittori o videomaker da tutta Italia e, ci piacerebbe, dall’estero. Negli spazi della corte l’artista ospite potrà ultimare il suo lavoro. L’idea in più è che questo lavoro sia aperto alla città. Non solo per potervi assistere, ma anche per interagire con lui, se possibile, nel momento creativo».
L’edificio Disabitato da tempo, i quattro amici hanno lavorato a lungo per rimetterlo a posto