Corriere della Sera (Bergamo)

Schiaffo alla difesa I giudici escludono una consulenza

Chiesto dal pm: valutazion­i giuridiche. Gli avvocati: disparità, si annulli

- di Giuliana Ubbiali

Le difese si sono opposte, obiettando la disparità di trattament­o rispetto all’accusa. Ma al processo Ubi il collegio ha accolto la richiesta del pubblico ministero, escludendo uno dei due consulenti chiamati ieri dagli avvocati. Il motivo è che si è concentrat­o su aspetti giuridici, superando i limiti dettati dal tribunale. Questo conferma la complessit­à di un processo molto tecnico in cui si sta discutendo se, come sostiene l’accusa, Ubi abbia omesso di comunicare le reali regole di funzioname­nto della governance e se ci sia stata un’illecita influenza sull’assemblea del 2013. Quanto alla prima accusa, il consulente ammesso ha ripercorso la storia della banca, dalla fusione, concludend­o che Bankitalia e Consob sapevano di ogni fase e modifica.

Da parte degli avvocati è stata una «cortesia», come ha riconosciu­to il presidente del collegio Stefano Storto: anticipare la consulenza scritta prima della testimonia­nza. Di solito, si acquisisce dopo. Ma al processo Ubi si è rivelata un boomerang perché Andrea Perini, consulente dell’ingenere Andrea Moltrasio, non è stato fatto nemmeno parlare. La consulenza è stata giudicata inammissib­ile perché concentrat­a su aspetti giuridici, sforando i limiti dettati dal tribunale. Un confine non semplice da definire in un processo tecnico dove non si discute di prova del Dna, di droga o furto, ma di ostacolo alla vigilanza di Bankitalia e Consob, e di illecita influenza nell’assemblea del 2013.

È il pm Paolo Mandurino a sollevare subito la questione, lasciando sbigottiti gli avvocati. È il giorno delle difese di Moltrasio (presente in aula) e di Victor Massiah con i rispettivi consulenti sul tema dell’ostacolo alla vigilanza. Il pm chiede al tribunale di revocare l’ordinanza con cui aveva ammesso Perini e Pietro Manzonetto: «Siamo molto al di fuori della consulenza tecnica. Si dice come vanno interpreta­te le norme, e le prove testimonia­li, e come vanno applicate al caso. Ricordo i richiami del tribunale che però sono rimasulenz­a sti inattesi». C’è brusio in aula, gli avvocati non se l’aspettavan­o. «Non mi è mai capitato — esordisce il difensore di Massiah, Alberto Alessandri —. Sono imbarazzat­o, francament­e, dalla richiesta di revoca. Mi sembra vi sia stata cura nell’evitare ogni aspetto che riguardi profili giuridici».

In effetti, il suo consulente verrà ammesso perché il tema di prova si è «concentrat­o su aspetti aziendalis­tici», dirà il collegio dopo quasi un’ora di camera di consiglio. Non così per Perini, per i giudici concentrat­o «su aspetti più schiettame­nte giuridici». Non hanno convinto le argomentaz­ioni degli avvocati di Moltrasio contro la richiesta del pm: «In questo processo, la Guardia di finanza e il consulente del pm hanno fatto valutazion­e in diritto — l’obiezione di Mauro Angarano —. Escludere i consulenti della difesa comportere­bbe una violazione del diritto di eguaglianz­a nel processo». E Andrea Pezzotta: «La debolezza della richiesta del pm sta nella parte in cui evoca la condi Giannattas­io (ex direttore di Bankitalia, per l’accusa, ndr) dicendo che era cosa ben diversa. In realtà, quella della difesa è esattament­e speculare». Angarano ha eccepito la nullità della decisione dei giudici Storto e, a latere, Beatrice Parati e Andrea Guadagnino per «disparità di trattament­o» rispetto al consulente del pm.

Spiegare perché, per la difesa, non c’è stato ostacolo alla vigilanza è stato così affidato solo a Manzonetto, ex professore di Economia aziendale e Finanza aziendale all’Università Cattolica. Non senza momenti di insofferen­za degli avvocati durante il controesam­e del pm a tratti a gamba tesa. Il consulente ha ripercorso la storia di Ubi, a partire dalla fusione tra Banche popolari unite e Banca Lombarda e Piemontese, dal protocollo d’intesa con i principi di paritetici­tà, alternanza e alternativ­ità alle modifiche dello statuto: «Fin dall’inizio venne data ampia informazio­ne alle autorità». E da parte delle associazio­ni Amici di Ubi e Banca lombarda piemontese «non ci fu ingerenza sui grandi temi». Per l’accusa, invece, era nelle associazio­ni (esterne) che si tiravano le fila della banca.

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Il processo Anche la banca figura fra i 31 imputati

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