I gioielli rubati al Ragno L’ex moglie del militare: «Voleva il mio documento»
La voce bassa, lunghi silenzi e molti «non ricordo, ho cancellato quel periodo». Nataša Bizaj quando esce dall’aula ha gli occhi lucidi, è la ex moglie dell’appuntato dei carabinieri, oggi sospeso, Francesco Carlino, a processo per peculato e lesioni. Era stata lei, il 31 luglio di tre anni fa, mentre denunciava il marito per violenze, a raccontare ai carabinieri anche del 18 aprile 2013, quando Carlino, fuori dal Compro Oro di via Corridoni a Bergamo, le avrebbe chiesto la carta d’identità per vendere dei gioielli che, sempre secondo le allora dichiarazioni dell’ex moglie, diceva di «aver preso dalla casa di uno che scappava». Gli inquirenti, coordinati dal procuratore aggiunto Maria Cristina Rota, avevano recuperato la denuncia per il furto di una collana e un bracciale che Antonella Benaglio (parte civile, assistita dall’avvocato Andrea Alberti) sporse dopo il blitz nella villa del suo compagno a Solto Collina, Giovambattista Zambetti, il «Ragno» della Valcavallina condannato per usura ed estorsione. «È passato molto tempo — dice Bizaj —. Ricordo che il mio ex marito aveva insistito molto per avere la mia carta d’identità, non so a cosa gli servisse, io mi ero rifiutata. Quando ho denunciato ricordavo meglio». Al Compro Oro risulta una vendita di gioielli a nome di Carlino, ma il carabiniere, difeso dall’avvocato Eugenio Sarai, sostiene di non essere stato nella villa e il suo nome non è sui verbali della perquisizione a Solto Collina. L’appuntato Nicola Zucchelli, il maresciallo Marco Bristot e il maresciallo capo Gennaro Schiavone, coinvolti nel blitz, però ricordano che Carlino fosse con loro durante la perquisizione della casa della sorella del «Ragno», a Monasterolo, e che tutte le squadre fossero poi confluite a Solto Collina. Si riprende il 10 dicembre.