Denunciato l’hacker della cyber truffa
Stando al profilo che traccia di lui la Guardia di finanza di Trento, il ragazzo è un «tecnico» esperto. Ha vari precedenti, anche specifici. In questo caso è accusato di essere l’hacker di un gruppo di cyber truffatori che avrebbe attinto 600 mila euro dai conti di un’azienda trentina del settore siderurgico. Più che attinto, dirottato. Lui è un 42enne di Bergamo città, denunciato a piede libero (R.R., le iniziali). Grazie alle sue doti di informatico, un italiano della provincia di Reggio Emilia, il principale indagato, ora ai domiciliari, sarebbe riuscito a prendere il controllo della mail dell’azienda senza precluderne l’accesso ai manager, che per settimane non si sono resi conto di nulla. Nel mirino, c’era la somma per la cessione di un costoso macchinario industriale a una ditta bosniaca. I tecno-truffatori avrebbero intercettato i messaggi in entrata, inviati dal cliente bosniaco per definire le modalità di pagamento, creando risposte ad hoc, spedite con l’indirizzo di posta della società trentina, nelle quali venivano comunicati anche gli estremi del conto corrente bancario dove versare l’importo. E così i soldi sono spariti. L’indagine, avviata un anno fa da Gdf e polizia, ha portato a 12 denunciati e 7 ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari. Ai sospettati gli inquirenti sono risaliti seguendo il giro del denaro, sparpagliato sui conti di società fittizie con sedi anche all’estero. È stato disposto anche il sequestro preventivo ai fini della confisca di beni tra cui una Jeep Wrangler, una Cadillac Escalade, due appartamenti, gioielli e quadri di valore.