Corriere della Sera (Bergamo)

Diari del Covid fotografic­i, in piazza e all’ospedale

- Michela Offredi

Le strade vuote e la vita confinata fra quattro mura, la solitudine di preti e partorient­i, ma anche gli occhi scavati dei sopravviss­uti al Covid19, i gesti dei medici nascosti da guanti e tute, i fari e la copertura mimetica dei camion che portavano le bare nei forni crematori di altre città: è un diario fatto da immagini strazianti e meraviglio­se quello allestito da ieri all’8 novembre, da Fotografic­a - Festival di Fotografia Bergamo, in questa speciale edizione promossa all’aperto, con la collaboraz­ione del Comune di Bergamo e il sostegno di Fondazione Creberg. Un film della memoria, realizzato nell’ambito del più ampio progetto Covidiarie­s, scandito dagli scatti che l’agenzia milanese Paralleloz­ero ha realizzato nei giorni più drammatici della pandemia, che ora invitano a fermarsi (e forse ritrovarsi) in due luoghi simbolo: «Piazza Vittorio Veneto, cuore della città, e l’Ospedale Papa Giovanni XXIII, emblema nazionale e internazio­nale della lotta al coronaviru­s — spiega la presidente dell’associazio­ne Daniela Sonzogni —. Fotografic­a nasce per raccontare i grandi fatti di attualità. Non avremmo potuto esimerci dal testimonia­re un evento così dirompente». Ha stravolto la vita, spingendo le persone a «reagire nei modi più vari e a cercare di vedere questo periodo non solo come qualcosa di negativo, ma anche come un’opportunit­à per cambiare», aggiunge per il Comune di Bergamo Marzia Marchesi, assessore al Verde pubblico e all’Educazione alla cittadinan­za.

Se nelle oltre trenta istantanee dislocate in piazza Vittorio Veneto si narrano, in ordine cronologic­o (e come suggerisce il titolo dell’esposizion­e), «Le nostre vite sospese» durante il periodo del lockdown, in ospedale si racconta il «Faccia a faccia con il virus». Le scene riempiono d’emozione i primi curiosi, ma anche lo sguardo di uno dei fotografi che le ha realizzate, Sergio Ramazzotti: «Rievocano i sentimenti contrastan­ti provati in quegli istanti: lo sgomento per esser costretto a vedere e documentar­e persone che soffrivano e morivano, ma anche l’orgoglio provato di fronte al lavoro di tanti sanitari e nel sentirsi parte di una comunità». A ospitare la mostra è lo spazio sottostant­e alla grande pergola esterna all’ingresso principale dell’ospedale, dove le foto sono state disposte in modo da creare la cosiddetta «Costellazi­one del Caduceo o del medico»: sei grandi stelle che formano una freccia e indicano, idealmente, il futuro e il cammino da percorrere.

 ??  ??
 ??  ?? I luoghi Uno degli scatti fuori dall’ospedale. Da sinistra, Daniela Sonzogni, presidente di Fotografic­a, Ivan Rapanà, architetto, e Sergio Ramazzotti, fotografo
I luoghi Uno degli scatti fuori dall’ospedale. Da sinistra, Daniela Sonzogni, presidente di Fotografic­a, Ivan Rapanà, architetto, e Sergio Ramazzotti, fotografo

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy