Gori: «Torniamo a preoccuparci»
Contagi in crescita, altri 45 in un giorno. Scende l’età media dei positivi Il Comune al lavoro per ripristinare i servizi a domicilio per gli anziani
L’obiettivo di queste nuove misure decise per l’intera regione è scongiurare un altro lockdown Giorgio Gori Sindaco
Gli scenari cupi del Cts lombardo. Il sindaco ai cittadini: ritroviamo il senso di responsabilità
Ieri, a Bergamo, sono stati riscontrati 45 casi positivi al Covid. Ce n’erano, in media, una quindicina al giorno fino a poche settimane fa. I contagi stanno crescendo, ma meno rispetto ad altre province lombarde (ieri +1.054 a Milano, + 245 a Varese). «C’è la necessità — dice il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori — di ritrovare quel senso di responsabilità personale che si è manifestato nei mesi scorsi e può diventare la principale arma a nostra difesa. Purtroppo si prospetta una crescita forte dei contagi. Dobbiamo limitare tutte le cose che non sono essenziali, e per essenziale intendiamo la scuola e il lavoro. L’obiettivo è evitare un nuovo lockdown, credo sia opportuno sacrificare alcune cose, come la possibilità di andarsene in giro a bere una birra a mezzanotte». Gori spiega che i dati del Comitato Tecnico Scientifico regionale sono molto preoccupanti: ipotizzano che nel giro di due settimane i ricoveri possano arrivare a 6 mila in Lombardia oltre ad altri 800 in terapia intensiva. «Le scelte fatte — dice il sindaco — derivano da proiezioni molto serie». Gori si riferisce al coprifuoco che scatterà domani dalle 23 alle 5, in tutta la Lombardia.
Il sindaco ieri è stato in Prefettura, dove si è parlato anche di scuola e trasporto pubblico. «Le scuole bergamasche — dice Gori — si sono organizzate in un modo ammirevole e in pochi giorni per portare la didattica a distanza al 50%. Già erano ben organizzate sul doppio ingresso alle 8 e alle 10, per ridurre la doGori manda di trasporto pubblico nell’orario di punta. Questa ulteriore crescita della quota dell’insegnamento a distanza solo per le superiori riduce ancora di più la domanda di trasporto. Cercheremo di capire quale sarà il carico effettivo negli orari che interessano le scuole, ma a occhio credo che si starà sotto il 60%, cioè ben sotto il limite tuttora in vigore a livello nazionale, pari all’80%».
dice che nella riunione di ieri a cui ha partecipato anche l’Ats si è parlato dei giovani. «A buon senso — spiega — si capisce che alcuni luoghi di aggregazione possono essere particolarmente a rischio. L’età media dei positivi è intorno ai 40 anni, forse addirittura di 38. È ai giovani che dobbiamo parlare con chiarezza, è fondamentale che rispettino l’ordinanza, anche perché poi tornano a casa ed è in famiglia che si verificano i contagi. Alle 23, i ragazzi non devono essere in giro». Il sindaco ricorda che gli anziani sono i più vulnerabili. Devono trovare quella prudenza avuta durante il lockdown e vanno protetti. «Per questo — dice Gori — ho già chiesto all’assessore Marcella Messina (alle Politiche sociali, — dice — di ripristinare tutti i servizi domiciliari che avevano messo in atto la scorsa primavera. Già si è rimessa in atto la collaborazione con la Croce Rossa per la consegna dei farmaci a domicilio».
Gori prova anche a replicare alle lamentele di Ascom e Confesercenti, che si sono schierati contro il coprifuoco e le chiusure dei centri commerciali. «Quello che per qualcuno è svago, per altri è lavoro: mi è ben chiaro — dice —. Quando si fanno chiusure, si sta sacrificando il lavoro di qualcuno, c’è piena solidarietà nei confronti di chi viene penalizzato. Ma mi pare che il governo abbia ben chiara la situazione, e ha previsto 4 miliardi di euro come ristoro a fondo perduto dei ricavi mancanti di queste attività. Io non escludo che si possa ritornare con Intesa Sanpaolo sull’erogazione dei fondi del Programma Rinascimento e magari riaprire una fase di erogazione a fondo perduto per chi ha perso fatturato per l’ordinanza. Ma gli specialisti al tavolo della Regione avevano chiesto chiusure alle 21, e noi abbiamo concordato che fosse su tutta la Regione alle 23, e chiusure di tutti i negozi, non solo dei centri commerciali, nel fine settimana. Credo che abbiamo assunto una decisione equilibrata».
Sulla possibilità dei sindaci di chiudere vie e piazze, Gori dice che a Bergamo non se ne ravvisa l’utilità, almeno per ora: «Le forze che avremo a disposizione preferiamo spenderle per fare osservare altre norme, dall’anti-assembramento al divieto di consumare bevande alcoliche se non seduti al tavolo di bar e ristoranti».