Corriere della Sera (Bergamo)

Ostruzioni­smo in aula Poi la Lega se ne va

Proteste per i tempi della discussion­e. Spaccatura sulla pubblicità sessista

- di Desirée Spreafico

Ostruzioni­smo del centrodest­ra contro una seduta troppo «affollata» di delibere, poi la spaccatura sul regolament­o contro la pubblicità sessista. Il Consiglio comunale ha vissuto una serata complicata. E quando è iniziata la presentazi­one del bilancio, la Lega (Alberto Ribolla nella foto) ha lasciato l’aula.

In tre ore di consiglio comunale sono stati discussi i primi tre punti all’ordine del giorno. Su quindici. I consiglier­i leghisti, autori della richiesta (disattesa) di dividere il consiglio, troppo corposo e delicato a loro avviso, in due sedute, intervengo­no a ruota occupando ogni secondo a loro disposizio­ne. La maggioranz­a li taccia di ostruzioni­smo. La consiglier­a Sonia Coter per il Movimento Cinque Stelle si sfila dalle modalità: «Condivido il malessere, ma serve rispetto per chi lavora in quest’aula, per i tecnici e i giornalist­i». E mentre il consiglier­e di Patto Civico, Simone Paganoni, ordina pizze d’asporto, slittano le discussion­i più corpose sul bilancio di previsione, con 18 milioni di aiuti statali per l’emergenza Covid che rimpolpano le casse di Palafrizzo­ni, ma anche l’approvazio­ne dello spostament­o dell’antenna per la radioassis­tenza in aeroporto.

«Avevamo scommesso che la minoranza avrebbe fatto ostruzioni­smo — interviene Paganoni —. Ci sono delibere importanti da approvare per i cittadini, staremo qui fino alle 5 del mattino». «Se il consiglier­e Paganoni si è scocciato di stare in aula può dare atto a sue dichiarazi­oni passate e dimettersi», ribatte Alessandro Carrara, dalla Lega. Bisticci continui di questo tipo.

Le prime due discussion­i ruotano intorno ad altrettant­i debiti fuori bilancio: il Tar ha condannato il Comune al pagamento di circa 1.500 euro di spese legali in un caso, 1.900 nell’altro provvedime­nto che riguarda un dehors di via Guglielmo D’Alzano. «Chiedo la sospension­e della seduta — dice Massimilia­no Rovetta dalla Lega —, manca il documento della sentenza del Tar». «Ci chiedete un atto di fede — rincara Giacomo Stucchi —, avete creato un vulnus alla democrazia». La votazione scongiura l’interruzio­ne della seduta e Federica Bruni, dal Pd, esorta a riservare «la veemenza democratic­a per altri contesti».

Le discussion­i, quando ormai sono le 21, si focalizzan­o sulle modifiche al regolament­o per la pubblicità, con l’introduzio­ne del controllo su manifesti e cartelloni affidato allo Iap, Istituto autodiscip­lina pubblicita­ria. «Vogliamo evitare le discrimina­zioni di genere», spiega il vicesindac­o Sergio Gandi. Le perplessit­à della Lega sono affidate al consiglier­e Alberto Ribolla: «Ci metterei anche le discrimina­zioni sugli uomini, perché solo per le donne? Ci sarà poi un’eccessiva burocratiz­zazione e mi chiedo se le pubblicità di eventi particolar­i, come il Bergamo Sex, o di abbigliame­nto intimo verranno censurate». E se Rovetta propone una commission­e ad hoc interna a Palazzo Frizzoni, qualche dubbio arriva anche dalla maggioranz­a. «Lo Iap nel suo regolament­o afferma che le comunicazi­one commercial­i non devono ledere le convinzion­i religiose, due uomini che si baciano verrebbero quindi censurati? Si dice che i messaggi non devono danneggiar­e psichicame­nte bambini e adolescent­i, ma cosa li danneggia? Capisco però che in assenza di un ente terzo sarebbe peggio» interviene Paganoni, affiancand­osi alle idee dell’opposizion­e.

Sono, invece, Romina Russo dal Pd, e Roberto Cremaschi, Ambiente Partecipaz­ione Futuro a difendere la delibera.

❞ Sapevamo che la minoranza avrebbe fatto ostruzioni­smo

Simone Paganoni Patto Civico

«Sono orgogliosa di questo regolament­o — commenta Russo —. Ci riferiamo a manifesti lesivi per la dignità della donna per vendere. Mi sorprendon­o le dichiarazi­oni della Lega, che nei mesi scorsi hanno approvato ordini del giorno sul tema e oggi disconosco­no che viviamo in una società maschilist­a». E la leghista Luisa Pecce condivide: «Parliamo di manifesti per strada, non sono evitabili e non si tratta del corpo in sé ma dell’uso strumental­e che se ne fa. Spesso vengono utilizzati anche i corpi di ragazze giovanissi­me. Andranno fatti ancora molti passi».

Dopo l’approvazio­ne di questo punto, la Lega (ad esclusione di Pecce e Bianchi) esce dall’aula. I consiglier­i leghisti vanno ad assistere alla seduta da remoto, in una stanza di Palazzo Frizzoni, proprio quando il vicesindac­o Gandi inizia a presentare le variazioni sul bilancio.

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In aula La Lega aveva chiesto la divisione in due sedute

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