Corriere della Sera (Bergamo)

«Mio padre è morto di Covid Per questo ho fermato i No vax»

Lodi, il figlio di un medico ucciso dal virus: quel corteo mi ha fatto rabbrividi­re

- Francesco Gastaldi

LODI «Non esistono morti di Covid, li uccidono in ospedale. L’ho letto su un sito». Da «No Green pass» a «No Vax» il passo è breve, come hanno dimostrato le manifestaz­ioni di sabato in tutta Italia. A Lodi, in piazza della Vittoria, a protestare erano circa duecento persone con toni meno aggressivi che in altre città. Ma con la stessa violenza verbale. Solo che a Lodi i manifestan­ti hanno trovato un ragazzo di 22 anni a sfidarli e a prendersi anche qualche insulto, come testimonia­to dal quotidiano locale Il Cittadino.

Un giovane che ha vissuto il dramma del Covid sulla propria pelle. Si chiama Marco Natali ed è il figlio di Marcello, medico di Caselle Landi (e di Codogno), ex segretario di Lodi della Federazion­e Italiana Medici di Medicina Generale che il 18 marzo 2020 fu uno dei primi camici bianchi italiani a soccombere al virus.

Un medico che rispondeva alle chiamate dei suoi pazienti suoi malati anche dal letto di ospedale. Marco sabato pomeriggio era a Lodi per caso («Accompagna­vo la mia ragazza dall’estetista») e nemmeno sapeva che in programma ci fosse una manifestaz­ione («Ho visto un capannello di gente che sembrava in festa, ho pensato a un matrimonio e mi sono avvicinato»). Invece era una manifestaz­ione «contro quella che chiamano dittatura sanitaria. Volevo andarmene — racconta al Corriere -: sono riservato e non mi piace la polemica. Poi ho sentito una manifestan­te arringare la folla. “Li hanno uccisi in ospedale, non è stato il Covid. L’ho letto su un sito straniero, lo so bene io, conosco quattro lingue”». A quel punto Marco ha sentito il sangue ribollire anche perché quelle parole gli hanno ricormi dato il sacrificio di suo padre, uno dei medici di base eroi che nel momento più duro della pandemia continuaro­no a curare i loro pazienti fino a contagiars­i e a morire. «Ho sentito qualcosa dentro che diceva di prendere la parola e rispondere. All’inizio mi hanno applaudito pensando fossi uno dei loro, ma li ho zittiti. Mio padre era un medico, ho detto, ed è morto l’anno scorso a marzo di Covid continuand­o a curare i suoi pazienti fino all’ultimo. Se ci fosse stato prima un vaccino lui sarebbe ancora fra noi. Voi, senza vaccino, invece non sareste qui. A mente fredda, non so come mi siano uscite queste parole, nemmeno ho sentito i cori e gli ululati che mi hanno dedicato». Alcuni manifestan­ti si sono compliment­ati con Marco per la sua franchezza. «Un altro, invece, mi ha detto che non ho capito niente e che dovevo tacere».

Tornato a casa, Marco Natali ha raccontato tutto alla madre Tiziana e alla sorella Michela: «Potreste trovare un mio video su Facebook». Le due donne lo hanno ricoperto di compliment­i per il coraggio. «Specialmen­te Michela è orgogliosa di me». Sia lui che la sorella, 25 anni, si sono vaccinati un mese fa.

Nelle vite della famiglia Natali il Covid è entrato l’11 marzo 2020. «Papà doveva accompagna­re mia madre, che aveva contratto la malattia, a fare la radiografi­a ai polmoni. Ma in ospedale cominciò a stare male lui, e fu ricoverato a Cremona». Una polmonite fulminante, Marcello Natali è morto il 18 marzo. «Non riuscii quasi mai a telefonarg­li — ricorda Marco —. Un giorno stavo facendo il caffè e preparai la tazzina anche per lui: un’abitudine. Mia madre mi consigliò di chiamarlo e dirglielo. Parlava a fatica, la nostra conversazi­one durò meno di un minuto. È l’ultimo ricordo che ho di lui, vivo».

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Marco Natali, 22 anni, in piazza della Vittoria a Lodi affronta la manifestaz­ione dei No Vax. Dopo la sua arringa, fischi ma anche qualche applauso
(foto Ribolini) In piazza Marco Natali, 22 anni, in piazza della Vittoria a Lodi affronta la manifestaz­ione dei No Vax. Dopo la sua arringa, fischi ma anche qualche applauso

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