Bolle, tour de force
Arcimboldi L’étoile regala ai fan 8 gala consecutivi con suoi «Friends»
Da settimane ormai, la sua gigantografia sfiora i milanesi sfrecciando festosamente sulle fiancate di autobus e tram, in un’inedita danza urbana. SuperBolle è tornato: indossa slip amaranto sui muscoli guizzanti e il consueto raggiante sorriso. Un invito suadente alla bellezza in formato balletto per tutta la famiglia, da godersi tra amici, i suoi: sono i «Friends» di cui l’étoile si circonda quando si esibisce in città al di fuori della Scala, stelle di svariata grandezza provenienti dalle grandi compagnie del mondo, dal Royal di Londra al San Francisco Ballet, in una geografia composita che comprende il Kazakistan e l’Ucraina. Stavolta, però, Roberto Bolle supera sé stesso, in una serie mai vista di 8 gala consecutivi, a raffica da stasera al 26 giugno sul palcoscenico degli Arcimboldi. Un nuovo regalo per Milano.
«È la prima volta che affronto così tanti gala insieme: il massimo erano cinque consecutivi. Dopo due anni di stop forzato in cui ho dovuto rinunciare a tanti spettacoli, ecco ora un bel periodo per tornare in scena a capienza completa. Più spettacoli, più soddisfazioni per tutti».
Ormai l’hanno trasformata in tutti i formati, non solo gigante, o in ologramma: anche in versione papero come Bolle Duck. Si è abituato all’idea di essere entrato nell’immaginario pop?
«Non ci si abitua mai. Mi è capitato di incrociare per strada la mia foto in movimento sui bus e mi ha fatto impressione. Quando mi sono visto paperinizzato mi ha molto divertito. Sono sorprese speciali che rendono la mia vita sempre nuova e leggera».
Come controcanto, c’è poi il Bolle impegnato che si batte in Parlamento per la danza.
«Abbiamo inaugurato un tavolo ministeriale della danza in cui saranno formulate proposte per attivare un concreto cambiamento nel mondo della danza. Potrebbe essere un’occasione storica, speriamo che i politici ci sostengano. Con il mio appello, ho cercato di accendere l’attenzione mediatica».
Perché quest’anno ha scorporato i gala dalla sua festa OnDance, fissata dall’ 1 al 5 settembre?
«Avendo aggiunto più gala era troppo impegnativo accorparli a OnDance come in passato, ho preferito scindere le due proposte. Mi piace essere presente in molti momenti della festa, per coinvolgere il pubblico. Nei gala agli Arcimboldi e in tour ho voluto inserire pezzi nuovi, o poco visti, in cui ballo: i “Tre Preludi” di Ben Stevenson in coppia con Melissa Hamilton, l’assolo intimista “In Your Black Eyes” creato per me da Patrick de Bana sulla splendida musica di Ezio Bosso, il duetto “L’Altro Casanova” di Schiavoni che non avevo mai danzato a Milano con Melissa, il trio “Sentieri” di Kratz con Casia Vengoechea e Toon Lobach,
“Duel” di Massimiliano Volpini in cui per la prima volta duetto con la batteria di Giuseppe Cacciola».
Tra i suoi «Friends» brilla l’ucraina Anastasia Matvienko.
«Ha dovuto scappare dal Balletto del Mariinskij per la sua nazionalità: con il marito ballerino Denis e i loro bambini si è rifugiata Maribor, in Slovenia, chiedendo aiuto agli amici. Sono stato felice, da un punto di vista umano e artistico, di offrirle lavoro. Se il presidente Zelensky mi invitasse a ballare a Kiev andrei subito».