Si parte per il Perù
L’antico Paese del Sudamerica è l’ospite d’onore dell’anno al Mudec Non solo archeologia aspettando la grande mostra su Machu Picchu
Non è la prima volta che il Mudec ci guida alla scoperta della storia e delle tradizioni dei popoli delle Ande — e di quelli del Perù in particolare— attraverso iniziative culturali e mostre dedicate (l’ultima, nel 2019). Questa volta, però, sono state fatte le cose in grande: è al via un intero anno di eventi, esibizioni, incontri, workshop e degustazioni interamente dedicati al Perù. Si chiama «L’anno del Perù» e verrà inaugurato ufficialmente giovedì, all’ora dell’aperitivo, da una round table al bistrot del museo dove Francesca Colosi, Direttrice della missione archeologica italiana in Perù, racconterà i segreti dell’antica città sacra di Chan Chan. Un viaggio che proseguirà fino a marzo 2023, quando si chiuderà la grande mostra in programma al Mudec per ottobre. Tanti appuntamenti nati dalla collaborazione tra 24 Ore Cultura, l’associazione WHE (World Heritage Exhibition) e il museo Larco di Lima.
«Abbiamo messo a punto un anno di iniziative per far conoscere bene l’aspetto archeologico e la storia delle antiche civiltà fiorite per 5.000 anni in Perù, su un territorio molto vario, che va dalla costa oceanica al deserto fino alla foresta amazzonica. Ma anche a conoscere il Perù contemporaneo, fatto di musica, danza e tradizioni gastronomiche rivisitate, tutte da scoprire», spiega Simona Serini, responsabile Mudec per 24 Ore Cultura. Si rinsalda così il legame tra Milano e questo Paese, un legame nato a partire dalle imprese dell’esploratore e patriota milanese Antonio Raimondi che, durante i suoi viaggi attorno alla metà del 1800, tra le altre cose disegnò la prima carta geografica del Perù.
Culmine di questo anno speciale sarà la grande mostra organizzata al Mudec: «Machu Picchu e gli imperi d’oro del Perù». «Una mostra importante, che porterà a Milano più di 200 manufatti antichi, alcuni dei quali provenienti direttamente da Lima», racconta Carole Fraresso, che sta curando la mostra insieme a Ulla Holmquist. «Sarà un’esposizione di concezione moderna, con schermi interattivi e visori per la realtà aumentata che guiderà i visitatori in un viaggio nel tempo e nello spazio fino a scoprire quanto sia stato proprio l’attaccamento alla terra a permettere alle civiltà andine di sopravvivere a un ambiente molto ostile dal punto di vista climatico e morfologico. E che permetterà di vedere da vicino le tecniche usate per lavorare pietra, legno e metalli preziosi come oro e argento per realizzare gli oggetti rituali— molti dei quali esposti per la prima volta — di una società che non conosceva la scrittura e professava la fede nella Pacha Mama, la Madre Terra, dea della fertilità». Ma nel corso dell’anno ci sarà spazio per tanti appuntamenti, inclusi i laboratori di tessitura andina per bambini e ragazzi, in occasione del convegno internazionale sui tessuti previsto per ottobre, e per quelli di danza aperti a grandi e piccoli. Dalla Huayno, danza popolare da imparare nel workshop in programma per il 24 settembre, alla «marinera», che si danzerà sabato 26 novembre. E poi concerti, degustazioni gastronomiche e perfino fiabe. Le cinque favole andine disponibili per tutti i bambini attraverso il canale Mudec Podcast.