Tra nuove creazioni e ritorni di classici si parte da Nureyev
Tradizione d’alta gamma, due creazioni assolute e sette debutti nazionali, in equilibrio tra passato, presente e futuro. Il Balletto della Scala diretto da Manuel Legris esce dallo stallo della pandemia e alza la posta nella nuova stagione 2022-23 con sette programmi diversi e tredici titoli raccolti in un trittico, un dittico e una serata a quattro firme cui si aggiungono la seconda edizione del «Gala Fracci» e gli spettacoli della Scuola di Ballo. Il trentesimo anniversario della scomparsa di Rudolf Nureyev segna il nuovo cartellone, che sarà inaugurato il 17 dicembre dal suo «Schiaccianoci» cui seguirà, nel settembre 2023, il suo «Lago dei Cigni» allestito dallo scenografo Ezio Frigerio: i due superclassici vedranno l’artista ospite Jacopo Tissi, étoile uscente del Bolshoi. Sul fronte «contemporaneo», ecco riapparire la creazione — slittata per recuperare la «Bayadère» di Nureyev decimata dal Covid — «Solitude Sometimes» di Phippe Kratz in una serata, ora ampliata a quattro autori, che prevede il debutto nazionale di «Anima Animus» di David Dawson su musica di Ezio Bosso, insieme al ritorno del capolavoro di Jirí Kylián «Bella Figura» e la new entry «Remanso» di Nacho Duato, trio maschile nato nel 1997 per l’American Ballet Theatre e ora rimontato per il Balletto della Scala con protagonista Roberto Bolle. A marzo ecco «Le Corsaire» del direttore Legris in una nuova produzione per la Scala e il ritorno dei classici «Romeo e Giulietta» di MacMillan con Tissi. Svettano i nomi dei maestri William Forsythe e John Neumeier con nuovi balletti e creazioni in serate dedicate: di Forsythe si vedranno «Blake Works I», creato nel 2016 per l’Opéra de Paris, e «Blake Works V» al debutto mondiale, mentre Neumeier presenterà la sua visione del mito Nijinsky declinato nel trittico «Le Pavillon d’Armide»/ «Petruška»/«L’Après-midi d’un faune» con Bolle.