L’assessore uscente: «Meno burocrazia» E il medico-politico: «Tagliare l’Irpef»
A Crema il centrosinistra cerca continuità e il centrodestra lavora sul ribaltone M5S non si schiera. La caccia agli astenuti
La sera del 13 giugno scorso, incassato il 48,6% al primo turno, è corso nella vicina Lodi. Su Facebook ha scritto che bisognava «festeggiare l’amico Andrea Furegato sindaco! Grande Andrea!». Ventiquattro ore dopo Fabio Bergamaschi, 37 anni, assessore ai Lavori pubblici uscente a Crema, candidato sindaco del centrosinistra, sui profili social ha incitato gli elettori a tornare alle urne per il ballottaggio di domenica: «Ho ancora bisogno di te — ha scritto —, per costruire un grande Noi. Avanti, insieme. Insieme per Crema». Si è affidato ai social anche lo sfidante del centrodestra, Maurizio Borghetti, 63 anni, medico radiologo, 37,6% di preferenze, una forbice di 11 punti: «Io ci sono. Noi ci siamo. Domenica 26 giugno, al vostro seggio elettorale, fate in modo di esserci anche voi. E si scrive la storia nuova di questa città».
Nel rush finale, Bergamaschi e Borghetti sono tornati tra i banchi del mercato e nei quartieri; hanno raccolto le sfide lanciate dai rappresentanti di categoria. Ma la sfida più grande, ora, è convincere gli astensionisti (quasi uno su due) a recarsi all’appuntamento bis con le urne. Per Borghetti un tour elettorale in mezzo ai turni in ospedale: camice bianco e giacca, un cambio continuo; Bergamaschi apparentamenti sul tavolo, ma è ovvio che con Bergamaschi, a cui ho fatto i complimenti per il risultato raggiunto al primo turno, ci possano essere affinità programmatiche».
Oronzo Santamato, candidato sindaco della civica «Noi Crema» (1,1%), porta in dote i suoi 159 voti a Borghetti. Nessun apparentamento, ma una stretta di mano con post sui social: «Il centrodestra può vincere: collaboreremo con Borghetti, un vero galantuomo al servizio dei cittadini cremaschi. Abbiamo un programma molto simile».
In caso di vittoria, il primo atto di Bergamaschi «sarà un provvedimento rivolto ad impostare un nuovo metodo di lavoro degli uffici comunali, istituendo una cabina di regìa con i dirigenti, per fare in modo che, con cadenza settimanale, la parte tecnica e quella politica possano confrontarsi sull’avanzamento delle azioni per il conseguimento degli obiettivi amministrativi».
Se Borghetti sarà il nuovo sindaco di Crema, «vorrei dare una boccata d’ossigeno alle famiglie stritolate dal carovita. Credo che il contesto storico in cui stiamo vivendo, ci imponga scelte coraggiose, controcorrente. Pertanto, ritengo sia doveroso mandare in pensione l’addizionale comunale Irpef, come già fatto in molti altri Comuni, in modo da irrobustire la busta paga dei cremaschi. Spendere bene per gravare di meno sui cittadini. Magari sacrificando un taglio del nastro, non indispensabile, ma togliendo dagli statini degli stipendi dei cittadini la dicitura addizionale comunale. Quella sarebbe una soddisfazione, che vale la fatica di una campagna elettorale».
Questa sera gli ultimi fuochi elettorali. Bergamaschi sarà in piazza Garibaldi, Borghetti tra piazza Giovanni XXIII e piazza Duomo.
Nessun apparentamento con le liste rimaste fuori dal ballottaggio