La forza centrifuga della musica
La rassegna «Dai quartieri all’universo» comincia sulla Martesana Sedici concerti per adulti e bambini della Sinfonica di Milano in otto Municipi
La musica sa essere una centrifuga di emozioni e sa avere una sua forza centrifuga, quella che l’orchestra Sinfonica di Milano libera per portare in tutta la città un abbecedario di sensazioni e di note. «La musica classica dai quartieri all’universo» è il ciclo di sedici concerti che la Sinfonica organizza nelle Municipalità milanesi; a parte la Zona 1, tutte le altre otto sono coinvolte e ospiteranno due appuntamenti ciascuna.
«È un’idea che aveva preso forma nel 2018, quando ancora ci chiamavamo Orchestra Verdi e volevamo festeggiare i primi 25 anni di attività sottolineando la valenza non solo culturale ma anche sociale della nostra realtà», ricorda il direttore artistico e principale Ruben Jais. «Allora come oggi abbiamo sviluppato la proposta del Comune di Milano di portare l’arte e la cultura in tutta la città, fino alle estreme periferie: porteremo in ogni Municipio due diversi concerti: il programma della prima serie è un’esplosione di suggestioni che dai grandi classici si dilata poi nel tempo, fino all’oggi, e nello spazio, riecheggiando ad esempio in America, in Africa e in Anatolia».
Oggi alla Cascina Martesana, domani al Nuovo Armenia, domenica alla Cascina Biblioteca e poi via fino al 3 luglio toccando Ribalta Barona, Spazio Micrò, Cascina Casottello e Mare Culturale Urbano, un quintetto di strumentisti della sinfonica (il violinista Kodama, Nadia Bianchi al violoncello, l’arpista Marta Pettoni, il flautista Simone de Franceschi e Ivano Fortuna tra percussioni e harmonium) sarà guidato da Lorenzo Tarducci (anche alla chitarra) e accompagnerà la voce di Ousmane Coulibaly ne «La musica classica nella culla del mondo»; «Fauré e i suoni infiniti dell’Anatolia», «Bach e Africa!», «Schubert e le Circle Songs di Bobby McFerrin», «Brahms e le ninne nanne jazz» sono alcune delle tappe di un viaggio immaginifico «cui il pubblico seguirà attivamente, non da semplice spettatore», rimarca Jais.
«Sarà chiamato a cantare, a sdraiarsi su tappeti tenendo gli occhi chiusi, a mettersi in piedi, a muoversi: più che un concerto tradizionale, sarà un’esperienza immersiva nelle note in cui il pubblico potrà scoprire la potenza evocativa e comunicativa della musica. A maggior ragione questa formula varrà per il secondo programma che proporremo, pensato soprattutto per i bambini e le loro famiglie: qui addirittura sarà il pubblico a rimanere al centro della sala, mentre i musicisti si diIku sporranno attorno, muovendosi e facendo muovere».
«Che grandi orecchie che ho» è il titolo che suggerisce innanzitutto la capacità di ascoltare, lasciarsi coinvolgere e capire che anche i più piccoli la hanno; il flusso di note scorrerà ininterrotto, divagando dal jazz alla classica, dalla world music a tradizioni musicali di varie provenienze, e si applaudirà solo alla fine. Stessi interpreti, sabato le prime due esibizioni, alle 11 a Casa Vidas e alle 16 a Nuovo Armenia, domenica al CAM Gratosoglio e all’Auditorium Stefano Cerri, martedì al Barrio’s, chiusura domenica all’Heracles Gymnasium.
Il direttore Jais «Portiamo in periferia pagine della tradizione e brani che evocano luoghi esotici»