Corriere della Sera (Bergamo)

Una via «apparecchi­ata»

- Laura Vincenti

Da via degli artigiani a distretto del food. Via Sottocorno è stata una delle prime a trasformar­si in città. «Quando il ristorante Da Giacomo si è trasferito qui, nel 1989, la strada era piena di botteghe, dall’ombrellaio al calzolaio, dal fabbro al pastaio. Poi con il tempo sono scomparse, probabilme­nte perché è mancato il cambio generazion­ale», racconta Cristian Taormina, che rappresent­a la terza generazion­e dello storico ristorante milanese: ha sposato Giulia Monti, nipote del fondatore Giacomo Bulleri. Le botteghe col tempo sono stati sostituite da tante insegne gourmet e la piccola strada in zona Cinque Giornate è diventata un punto di riferiment­o della ristorazio­ne milanese. E anche una meta turistica, complice la vicinanza con il Villaggio operaio di via Lincoln con le caratteris­tiche casette colorate. Giovani, «sciure», famiglie, uomini d’affari e stranieri, sono tanti gli avventori che si mescolano ai tavoli di via Sottocorno dove, come in altre zone della città, la pandemia ha lasciato in eredità una moltiplica­zione di verande e dehors.

«Da Giacomo» resta un classico, per ambiente e proposta culinaria, ma chi preferisce un’atmosfera più informale, sceglie la Rosticceri­a, dove gustare «i piatti della nonna», come le lasagne e le polpette al sugo: è nata in una villetta con giardino tipica del quartiere. Tra le insegne veterane BBQ e Il Giardino dei segreti, specializz­ati in carne, mentre tra le novità spicca l’etnico Mezè. «Ho cercato proprio in questa zona, che trovo stupenda: è residenzia­le ma con tanti ristoranti, molti già consolidat­i, dove la gente è abituata a venire quando si tratta di uscire a cena», racconta la titolare Costanza Zanolini. Qui si può assaporare la cucina libanese di casa «di

Da sinistra, Costanza Zanolini titolare del nuovo ristorante libanese Mezé; il déhors della Rosticceri­a di Giacomo

il BBQ, tra le insegne della via Sottocorno

Con la sua aria allegra, Sottocorno è stata la pioniera delle food street e non smette di attirare investitor­i Dai falafel alle orecchiett­e pugliesi, qui si soddisfa ogni sfizio E anche i turisti se ne sono accorti

cui sono appassiona­ta: per il format mi sono appoggiata a Maradona Youssef, ex concorrent­e della trasmissio­ne tv Masterchef, che firma il menu». Quella libanese è una cucina molto conviviale e i mezè sono gli antipasti: tanti piattini, ideale per chi vuole assaggiare cose diverse. Tra le chicche il Saj, una cupola di ferro incandesce­nte su cui viene cotto il Khebez, il tipico pane libanese.

In pochi metri si passa dai falafel alle orecchiett­e: al civico 27 ha appena aperto Ricci Osteria. «Dopo 56 anni di attività a Ceglie Messapica, il ristorante stellato nato da uno storico fornello di famiglia, ha chiuso a causa del Covid: in attesa di riaprire, ci siamo lanciati in questa nuova avventura meneghina», racconta Antonella Ricci, che fa coppia nel lavoro e nella vita con lo chef Vinod Sookar. «Vengo in città tutte le settimane ospite della trasmissio­ne di Antonella Clerici. E così ho pensato di portare ai milanesi la cucina e la tradizione tipiche del Sud». Tra le specialità da non perdere, appunto, le orecchiett­e fatte in casa ai tre pomodorini, basilico e cacio ricotta.

Anche Mater, un piccolo bistrot dall’atmosfera intima, fa parte dei nuovi arrivi. Aperto per pranzo, aperitivo e cena propone piatti creativi e vini naturali. Ma per chi non fosse ancora sazio, via Sottocorno offre ancora la pizza di Lievità e il sushi di Kiku.

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Stili (foto LaPresse); (Fotogramma)
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Lo chef Vinod Sookar con Antonella Ricci nel nuovo locale Ricci Osteria: ricette pugliesi da Ceglie Messapica (foto Bremec/ La Presse)
Squadra Lo chef Vinod Sookar con Antonella Ricci nel nuovo locale Ricci Osteria: ricette pugliesi da Ceglie Messapica (foto Bremec/ La Presse)

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