Corriere della Sera (Bergamo)

Biava: «Corsa e carattere Al Genoa Gasperini mi ha allungò la carriera»

L’ex difensore allenerà i seriani Valoti: ricostruir­emo il gruppo

- Donatella Tiraboschi

Il bello del calcio e dei campionati è che si può sempre ricomincia­re senza mai troppi rimpianti. Tirata una riga si riparte e l’AlbinoLeff­e, dopo tutti i patemi della passata stagione (in sintesi, playoff mancati e bye bye Marcolini), ha fatto la scelta più logica ed autentica possibile calando sulla prossima stagione un jolly come Beppe Biava.

«Era cosa buona e giusta», sintetizza il direttore sportivo Aladino Valoti, dando un senso alla «promozione» in prima squadra del neo mister. Perché andare per mari e monti quando il mister giusto ce l’hai in casa? Per Biava era il tempo giusto per compiere il grande passo, perché non si può vivere, calcistica­mente parlando, di eterne Primavere. Sulla panchina di quelle dell’AlbinoLeff­e, per cinque stagioni, ha fatto benissimo, ma ora per l’ex difensore di tante battaglie sui campi di Serie A comincia tutta un’altra storia. Lui, a 45 anni, sa di giocarsi una bella chance come mister proprio in quella società dove era approdato ventenne, anche se a guardarlo così sembrerebb­e uno che ha appeso gli scarpini al chiodo un mese fa. Fisico nervoso, non un filo di grasso: «È costituzio­ne, mangio ma non ingrasso — si giustifica —, un tempo giocavo a calcetto con gli amici, adesso non mi alleno più».

Poco male, perché quello che conta è come Biava allenerà i suoi, mettendoci tutto quello che il calcio giocato ai massimi livelli (tra Palermo, Lazio, Genoa e Atalanta) gli ha dato in una vita da prof. «Ho la consapevol­ezza di creare qualcosa di importante e la tensione è quella giusta. Magari la avverti prima di scendere in campo, ma poi entri e sai di fare il tuo dovere». E a proposito di campo, non è stato per nulla banale il suo richiamo all’importanza di giocarsela in un stadio di proprietà, incastonat­o in un centro sportivo che ormai è alle finiture anche nelle palazzine che ospiterann­o l’Academy bluceleste, dove far crescere i talenti del domani.

Del resto, nessuno più e meglio di Biava, in casa AlbinoLeff­e, conosce le potenziali­tà di ragazzi che potrebbero finire nella rosa della prima: «Valuteremo se fare qualche innesto, il presidente Andreolett­i tiene molto ai giovani». I buoni propositi non mancano e come nella tradizione bergamasca fanno capo ad un solo comandamen­to: «Lavoro. Cercherò di dare il massimo possibile, i giocatori ti giudicano subito e conterà la credibilit­à», assicura il Biava che nella storia delle panchine blucelesti è l’ottavo allenatore orobico dopo Piantoni, Mondonico, Gustinetti, Salvioni, Mindo Madonna, Pala e Bonazzi. Il vero snodo sarà, come ha ribadito quasi sottotracc­ia Valoti quello di «ricostruir­e il gruppo, con stimoli e motivazion­i che lo scorso campionato sono mancati» e in questo l’aplomb di Biava,la sua mitezza, sembrano perfetti allo scopo.

A ripensarlo e in un certo senso a ricostruir­lo, come calciatore, era stato per sua stessa ammissione, mister Gasperini ai tempi del Genoa: «A 31 anni pensavo di essere un giocatore fatto e finito, e invece mister Gasp mi ha allungato la carriera di 6 anni — riconosce —, è il tecnico che, più di tutti, mi ha fatto capire l’importanza dell’intensità negli allenament­i e quindi di resa in campo la domenica. Sono stato allenato da diversi mister, da Reja a Guidolin, e da ciascuno di loro cercherò di prendere qualche spunto e di fonderlo con le mie idee. Ci metteremo corsa e carattere».

Dalla Primavera «Valuteremo se fare qualche innesto, il presidente tiene molto ai giovani»

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La presentazi­one Da sinistra, il direttore sportivo Aladino Valoti, Beppe Biava e il suo vice Raul Bertarelli

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