Corriere della Sera (Bergamo)

Poche ore prima il trasloco dal ridotto del Donizetti al Polaresco «Troppi partecipan­ti» Ma era una scusa

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non avrebbe capito il senso di quella scelta musicale», conclude Carrasco.

Il «caso Carrà»

Essendo Micheli il classico tipo «prendere o lasciare», ecco che la Bergamo della Cultura ha, fin qui, preso tutto il pacchetto completo. E continuerà a farlo, almeno fino a tutto il 2023 (poi chissà, anche gli allenatori che portano in Champions le squadre lasciano le panchine), anno della Capitale della Cultura in cui è ricompresa la «faccenda Carrà», ovvero l’operazione lirica costruita intorno alla figura della soubrette. Il cda della Fondazione non si è mai espresso chiarament­e sull’inedita e ardita impresa artistica che ha nel sindaco Giorgio Gori un grande sostenitor­e.

Spunta uno sponsor

La questione non è mai stata messa all’ordine del giorno del cda perché lo spacchereb­be, tra perplessit­à e contrariet­à assortite, mettendo il presidente Giorgio Berta in una posizione non facile, tra l’incudine di Gori e il martello del suo cda. A indicare la via d’uscita all’impasse «del si fa o non si fa», il costo dell’operazione: 650 mila euro (diritti delle canzoni escluse). Se si trovano sponsor si fa, è stato detto per tagliare la testa al toro. E lo sponsor principale sembrerebb­e esserci, dal momento che si parla di un grande nome dell’It (telefonia o informatio­n technology) di caratura nazionale, che si farebbe carico di gran parte dei costi. Un investimen­to ripagato dal ritorno mediatico di un’operazione dal respiro sovranazio­nale che la Fondazione non avrebbe potuto, comunque, mai sostenere.

Il grande tessitore

A Berta tutti riconoscon­o un grande impegno e un risultato straordina­rio nell’aver portato a termine la ristruttur­azione del Teatro intessendo ottime relazioni e avvalendos­i del supporto profession­ale ed istituzion­ale del direttore del Donizetti, Massimo Boffelli. Ma un conto è l’hardware di un teatro, un altro il software e cioè la gestione culturale dove qualcuno invochereb­be un maggior coinvolgim­ento dell’assessorat­o alla Cultura del Comune di Bergamo. È qui, a Palafrizzo­ni, che potrebbe arrivare Berta. Rumors sempre più insistenti lo vorrebbero come candidato sindaco. Una nomination che, sotto sotto, al diretto interessat­o non dispiacere­bbe affatto.

Il misterioso finanziato­re Un grande nome della telefonia è pronto a coprire i costi dell’opera sulla showgirl, che continua a destare perplessit­à assortite

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