Corriere della Sera (Bergamo)

Un fragile e dolce «non eroe» si impone al Premio Bergamo

- Federico Fumagalli

Si chiama Bodo ed è una specie di Forrest Gump mitteleuro­peo il protagonis­ta del romanzo vincitore della 40esima edizione del Premio Nazionale di Narrativa Bergamo: «Stiratore di luce» di Franco Stelzer (ed. Hopefulmon­ster). Come il non eroe portato al cinema da Tom Hanks, il personaggi­o messo in pagina da Stelzer è un uomo di «delicata demenza» e in purezza d’animo. Luminoso e straordina­rio nella sua ordinaria esistenza, passata a lavorare con la mamma, nella stireria di famiglia vicino a Friburgo. Un innamorame­nto scompiglia le certezze del quotidiano.

La cerimonia di ieri al Teatro alle Grazie di viale Papa Giovanni segna il trionfo del piccolo e libero, del non allineato e orgogliosa­mente indipenden­te. Vale per lo stiratore Bodo, come per la casa editrice Hopefulmon­ster. Nata negli Ottanta a Firenze, animata da Beatrice Merz (figlia di Mario e Marisa, genitori tanto suoi quanto della corrente Arte povera), la società si è poi stanziata a Torino. La prima vittoria al Premio Bergamo di Hopefulmon­ster si concretizz­a, avendo la meglio su colossi editoriali. Bompiani era in finale con «Le streghe non esistono» di Luca Scarlini. Einaudi portava in cinquina sia «L’ombra del vulcano» di Marco Rossari sia «La verità e la biro» di Tiziano Scarpa, forse il testo favorito della vigilia dato il prestigio del suo autore. Scarpa — Premio Strega — manca per la seconda volta il Bergamo dopo esserci andato vicino con

Sul palco del Teatro alle Grazie di viale Papa Giovanni, ieri, i cinque finalisti. Da sinistra, Tiziano Scarpa, il vincitore Franco Stelzer, Luca Scarlini, Benedetta Fallucchi e Marco Rossari

«Occhi sulla graticola». Mentre Stelzer, sconfitto nel 2019 con «Cosa diremo agli angeli», si afferma al secondo tentativo. Lo fa a seguito di un voto non plebiscita­rio, ma netto. La giuria popolare si è espressa così: 35 voti per «Stiratore di luce»; 28 per «L’oro è giallo» di Benedetta Fallucchi (ed. Hacca); 24 a «L’ombra del vulcano»; ex aequo a 19 per «La verità e la biro» e «Le streghe non esistono». I cinque autori, tutti presenti, si sono raccontati al pubblico. La gara non fa paura. Lungo cinque decenni sono stati selezionat­i, senza vincere, nomi forti della narrativa italiana come Ammaniti, Baricco, Parrella, Trevi, Janeczek.

Massimo Rocchi, presidente del Premio, non nasconde l’orgoglio per una manifestaz­ione

longeva. «Il nostro è fra i riconoscim­enti letterari più antichi d’Italia. Contiamo di portare avanti questa iniziativa, per tanto tempo ancora».

Per l’assessora alla Cultura Nadia Ghisalbert­i, il Premio appartiene a una «filiera di cui fanno parte le otto bibliotech­e pubbliche, la Fiera dei Librai che si sta svolgendo in questi giorni, le piccole case editrici del territorio».

Franco Stelzer, nato a Trento nel 1956, accoglie la vittoria a Bergamo come «un riconoscim­ento che accomuna il rigore al calore del pubblico. Sono contentiss­imo — continua —. Bodo esisteva davvero. Quando vivevo in Germania, abitava davanti a casa mia e si era molto timidament­e invaghito di mia moglie. La sua fragilità ci appartiene».

Il successo di «Stiratore di luce» è pure un elogio della brevità. Ottantotto pagine bastano a uno scrittore di talento, perché una bella storia diventi un ottimo libro. Per leggerlo sono sufficient­i poco tempo e una spesa contenuta (12 euro). Oppure, si va in biblioteca. «Ci sono cittadini che prendono a prestito anche trecento libri all’anno — sancisce Ghisalbert­i —. Bergamo è una città che legge».

Tiziano Scarpa ultimo Seconda classifica­ta Benedetta Fallucchi con «L’oro è giallo» Scarpa era il favorito

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La premiazion­e (foto Manzoni/Lapresse)

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