Corriere della Sera (Bergamo)

Le emozioni della corsa verso la finale vissute come in un film Sul doppio palo dello Sporting il cuore si è fermato. Poi sono fuochi d’artificio Prima scena: il Rakow e una profezia Con il Liverpool è Fuga per la vittoria

- Di DAVIDE FERRARIO

Buona la prima La fase a gironi inizia con il Rakow in casa. Finisce 2-0 Segnano Ederson, 24 anni e Charles De Ketelaere

Mohamed Salah, 31 anni, stella del Liverpool dopo l’inutile vittoria (0-1) a Bergamo

A Bergamo arriva lo Sporting Lisbona (fase a gironi). Finisce 1-1. E Juan Musso, 30 anni, si salva grazie a un clamoroso doppio palo

Nella semifinale con l’Olympique a Marsiglia (1-1) segna Gianluca Scamacca, 25 anni

Matteo Ruggeri, 21 anni, segna il secondo gol all’Olympique nel 3-0 che vale la finale

MMario Pasalic, 29 anni, segna il 3-0 che stende il Liverpool ad Anfield nell’andata dei quarti (doppietta di Scamacca). Sullo sfondo Koopmeiner­s etto nella moviola il film di questa Europa League e schiaccio play. Scena d’inizio con panoramica sulla Curva in festa col Rakow. Nella colonna sonora la voce di Maurizio Compagnoni su Sky: «L’Atalanta torna in Europa dopo un solo anno di assenza e con la ferma intenzione di essere protagonis­ta fino in fondo». Sembra una battuta d’occasione: sarà una profezia. È un 2-0 sui polacchi girato con un copione che si ripeterà spesso: per fare due gol bisogna provarci almeno una decina di volte, come certe scene da rifare a lungo prima di averne una «buona». Già a Lisbona con lo Sporting c’è la controprov­a: un primo tempo stellare si chiude con solo due gol di vantaggio. Nella ripresa si soffre, si subisce un rigore dubbio e alla fine ci salva un palo (questa dei pali sarà una lunga storia, coi portoghesi). Si va poi a Graz, ex-casa di Hojlund (chissà se oggi rimpiange di essere andato al Manchester United). Il primo piano è per Muriel, autore di una doppietta. Ma c’è un controcamp­o meno esaltante: con un gol e un uomo in più, ci facciamo rimontare. Gasperini impreca, forse in tedesco, come nel mitico monologo di Trapattoni.

Il brivido e la «sliding door» fatale

Tocca agli austriaci venire a Bergamo e sotto la pioggia si gioca a una porta sola. Solito festival del gol mancato, ci vuole una zampata di Djimsiti in mischia per assicurars­i la qualificaz­ione in anticipo. Arriva lo Sporting e c’è un’immagine da rivedere al rallentato­re, frame per frame, come ce la ricordiamo tutti, col cuore che si fermò: è quella dell’incredibil­e doppio palo dei portoghesi che ci evita la sconfitta. Forse proprio quella è, come nel film con Gwyneth Paltrow, la sliding door fatale. Ma la fortuna aiuta gli audaci, si dice; e di sicuro Gasp e i suoi non si sono mai tirati indietro. A primo posto del girone già assicurato si va in gita in Polonia con una squadra imbottita di ragazzi. Nondimeno si vince 4-0. Doveroso zoom finale sul sorriso di Muriel, che segna i suoi ultimi gol in nerazzurro. Il primo tempo di Europa League - The Movie si chiude con molte promesse, ma nessuno si immagina gli effetti speciali che stanno per arrivare. Il secondo tempo si apre come un remake del primo: di nuovo lo Sporting. A Lisbona i primi 45 minuti sono, se possibile, ancora più straordina­ri di quelli giocati nel girone. È un tiro a segno in cui colpiamo tre pali e, ovviamente, prendiamo gol nell’unica azione dei portoghesi. Finisce 1-1 e a Bergamo la situazione si ribalta. Prima andiamo sotto, poi rimontiamo ma alla fine sono i portoghesi a sbagliare occasioni a ripetizion­e. Si soffre come in quelle scene dove il nostro eroe salva la ghirba per un capello grazie al deus ex machina (leggi Scamacca e Musso).

L’espression­e da pokerista

Segue intermezzo sul sorteggio di Nyon: primo piano per Marino e Percassi jr quando dall’urna esce il Liverpool. Due facce di pietra, sembrano dei condannati. Ma è invece un’espression­e da pokerista, sul rilancio di Gasperini: «Nessuno vuole il Liverpool? Datelo a noi». Così sia. Ad Anfield Road si gioca una partita che eguaglia l’epicità di Fuga per la vittoria. È anche quella in cui non si sbaglia niente, talmente perfetta che il ritorno finisce per essere solo un’appendice di grande intensità ma senza colpi di scena. Tanto stiamo già tutti pensando al finale che si avvicina. Anzi, alla finale. La trasferta di Marsiglia viene dipinta come un film dell’orrore; e in effetti lo è, ma solo sugli spalti. Usciti indenni dal Vélodrome, il ritorno al Gewiss sembra quasi una formalità, una sequenza preparator­ia ai fuochi artificial­i del finale. Ora si tratta di scegliere: un film con una conclusion­e da cinema anni ’70, con l’eroe sconfitto sul campo ma vincente nello spirito, tipo Soldato (Nero)Blu; oppure un ending che più happy non si potrebbe. Ma è inevitabil­e che in un vero thriller, per sapere come va a finire, bisogna aspettare l’ultima scena.

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Il capolavoro (Afp)
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Pari mozzafiato
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Andata
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Ritorno
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Colpo del Ko

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