Francesca Franzè Sul palco o in comunità tutti i volti del teatro L’attrice al lavoro nel nuovo spettacolo «Ommioddio»
Domani potrebbe essere Dulcinea del Toboso per il «Don Chisciotte» de «Il telaio». Dipenderà dalle scelte del regista. In teatro capita di vestire ogni tipo di panni, di essere una volta protagonista e un’altra comparsa. Al di là del ruolo Francesca Franzè — 34 anni — è un’attrice che sa recitare, cantare e danzare. Lo può dire Angelo Facchetti de «Il telaio» che l’ha voluta in cinque diverse commedie. E può confermarlo Claudio Misculin, regista dell’«Accademia della follia» di Trieste, che l’ha guidata nello spettacolo «Crucifige». O ancora gli attori della «Cooperativa industria scenica» di Milano. Momenti diversi, esperienze diverse. «Tutte gratificanti», commenta chi le ha vissute.
A Brescia Francesca ha lavorato in ditta con l’attrice Jessica Leonello. Esperimento positivo di due anni fa. Lo ripeterà presto, mettendo in scena «Ommioddio» — proprio così, tutto attaccato e con le consonanti raddoppiate — di Luca Serafini. Francesca ci anticipa qualcosa: «Mancano 11 giorni alla fine del mondo: la terra s’avvicina pericolosamente al sole e s’annuncia un’invasione di alieni. D’improvviso un extraterrestre piomba in casa di Ilse, anziana signora. E poi…». Qui Francesca tace il finale, ma pare di capire che i due personaggi trovino il modo di intendersi. «La regia sarà a tre teste. Serafini, io e l’amica Jessica Leonello» — aggiunge Francesca che interpreterà la vecchietta con deformante maschera di lattice sul volto — «A giorni verrà girato un video; il debutto a settembre».
Altra operazione in contemporanea. Accompagnata alla fisarmonica da Davide Bonetti, la Franzè porta in giro un recital di canzoni con musiche popolari e d’autore della prima metà del ‘ 900. Grande soddisfazione l’hanno nelle case di riposo, vedendo le nonnine commuoversi nel riascoltare « Parlami d’amore Mariù» o altri motivi del loro tempo.
Prima delle produzioni anche per Francesca c’è stata la scuola. Ha frequentato diversi laboratori di formazione: da Mamadou Dioume, a Gary Brackett, da Claudia Contin a Silvio Castiglioni, per dire i primi che le saltano in mente. S’è formata anche nel campo della scrittura drammaturgica e creativa, guidata da buoni maestri. Insomma: anche lei ha le carte in regola, come tanti altri. Di attrici e attori bravi Brescia è piena. Peccato solo che in Italia le occasioni di lavoro siano sempre più poche.
La Franzé ha anche la non comune capacità di interessare al palcoscenico piccoli e grandi. Come operatrice teatrale è apprezzata nell’ambito dell’handicap e del disagio psichico. «Ho realizzato interventi di integrazione culturale — spiega — arte pubblica e drammaturgia di comunità». Sempre con buon successo.
Ecco una spolverata degli incarichi portati avanti negli ultimi otto anni. Nel 2008, ha tenuto un laboratorio teatrale con gli ospiti della Cooperativa «Il Ponte» di Villa Carcina (adulti con disabilità) e con gli ospiti della «Comunità San Giuseppe». Successivamente, per i nonnini della «Casa di Dio», s’è dedicata alla narrazione teatrale. Nell’ anno 2013 è venuto un impegno con i bambini non udenti a Mompiano e successivamente l’incarico di avvicinare alla scena le ospiti di una comunità terapeutica riabilitativa di Gottolengo. Ogni giorno un compito diverso, da svolgere con amore.