Dia, l’auspicio del procuratore generale: presto a pieno regime
«C’è di che essere soddisfatti», questo è certo. All’indomani della diffusione dei numeri della Dia di Brescia — che si è insediata un anno fa dopo innumerevoli battaglie — il procuratore generale Pier Luigi Maria Dell’Osso punta però l’attenzione su una questione, ancora in sospeso: entrare a pieno regime. E nella nuova sede, dove un tempo sorgeva la ex corte d’appello.
«In quattro, a livello nazionale, hanno chiesto di entrare alla Dia di Brescia». In effetti, in piena (e «drammatica») linea con i numeri del personale della giustizia, «anche in questo caso l’organico è sottodimensionato: meno di una decina di persone al lavoro, quando dovrebbero essere se non proprio il triplo quasi». E aumentare il personale interforze che lavora nella Divisione investigativa antimafia, per il procuratore generale, «è la chiave per poter pianificare gli interventi da mettere in campo». Meglio ancora se nella struttura destinata ad accoglierlo: «I lavori richiedono tempo, parliamo di un palazzo storico sottoposto ai vincoli della soprintendenza». Il «grazie» di Dell’Osso va comunque «al Comune»: «confido che in pochi mesi, e una volta installate le tecnologie di cui il personale della Dia ha bisogno, potremo programmare il trasloco». Magari già entro la primavera.
Certo è che «tra le priorità» della Dia ci sono «le misure di prevenzione patrimoniale che nel distretto bresciano, sempre e purtroppo a causa delle scarse risorse, erano state in qualche modo tralasciate». E di simili provvedimenti «ne abbiamo tuttora in corso». Ma non è facile, perché «parliamo dello strumento principe per aggredire la criminalità organizzata», insieme alle «segnalazioni di operazioni finanziarie sospette», un «versante strategico nell’azione antimafia» (e legislativamente innovato di recente) che vede, peraltro, «la Lombardia al primo posto per numero di segnalazioni in Italia». È solo una volta confiscati i patrimoni «che registriamo la caduta verticale dei clan, prendete i Casalesi, per esempio: i boss perdono potere e titolo anche se in regime di 41 bis, dal momento in cui non può più usufruire delle risorse della cosca».
Ecco, questi «sono i settori d’elezione della Dia: l’organico è in crescita. E mi aspetto quanto prima un organico adeguato alle aspettative».