Boom del mattone compravendite: +37%
Erogato il doppio dei mutui, acquisti anche per investimento. E i prezzi sono stabili
I prezzi delle case sono rimasti gli stessi dell’anno scorso mentre le compravendite, nel primo semestre 2016, sono tornate a salire (+37%).
Complice l’inflazione pari a zero, i prezzi delle case sono rimasti gli stessi dell’anno scorso mentre le compravendite, nel primo semestre 2016, sono tornate a salire (+37%). In realtà — ed è questa la svolta — la fiducia è tornata a intrecciare i rapporti tra banche e famiglie. Gli istituti di credito di Brescia e provincia hanno erogato il doppio dei mutui rispetto a due anni fa: erano pari a 137 milioni nel 2014, hanno raggiunto quota 272 a giugno di quest’anno. È quello che si evince dal rapporto sul mercato immobiliare presentato ieri mattina in città da Tecnocasa: nella nostra provincia, rispetto al primo semestre 2015, le compravendite sono aumentate del 22,5 %, più marcato invece l’incremento del capoluogo (37,2%). «Il mercato — spiega Tecnocasa — evidenzia fiducia grazie al ribasso dei prezzi degli ultimi anni, a tassi sui mutui ai minimi storici e ad una maggiore predisposizione ad erogare da parte delle banche». Nei primi sei mesi dell’anno gli istituti di credito bresciani hanno prestato a famiglie e privati 490 milioni, ma quel che colpisce è la differenza rispetto al 2015: la variazione è così consistente (+40,2%) che fa ben sperare.
Che domanda e offerta si incontrino non è scontato, ma nella maggior parte delle richieste i clienti si sono concentrati sul trilocale (54%). Certo, una famiglia su quattro ha esigenza di più spazio e, non a caso, sceglie i quattro locali. Considerando che però quasi più nessuna banca eroga mutui al 100 per cento — e la crisi economica non è finita — si comprende come mai 7 clienti su 10 non chiedano alla banca prestiti per più di 169 mila euro.
E chi non riesce a comprare sceglie di nuovo l’affitto, nonostante il leggero calo (-0,5%) delle locazioni. L’obiettivo (o il sogno) è sempre l’acquisto della prima casa, che muove il 76% degli affari immobiliari, mentre una piccola minoranza (6,8%) ha scelto la casa-vacanza. Ci sono però zone, nella città di Brescia, dove ancora si acquista l’immobile immaginandolo come un investimento: è il caso di via Crocifissa e via Veneto, dove per monolocali e bilocali si mettono sul piatto fino a 80 mila euro, con la speranza di affittarli: due stanze più bagno, in questa zona, possono «fruttare» 450500 € al mese, fino a 600 per un trilocale. Buone le richieste di acquisto nel quartiere del Carmine, anche grazie alla presenza della metropolitana. «Qui — spiegano da Tecnocasa — ci sono palazzi storici dell’Ottocento e dei primi anni del Novecento che costano mediamente 2.000 euro al metro quadro». Molte famiglie prediligono invece Mompiano: in quest’area residenziale e tranquilla gli appartamenti di grandi dimensioni sono valutati intorno ai 1400-1900 euro al metro quadro. Piace Viale Venezia, mentre fa più fatica Borgo Wuhrer: in quest’ultima zona «i prezzi — spiegano da Tecnocasa — sono ancora troppo alti (2300 € al mq) e ciò determina un notevole invenduto». Più bassi i prezzi in zone residenziali come San Polo, l’area di Sant’Anna, la Badia o il Violino. Indipendentemente dalla zona, stipulare un mutuo determina oggi un «contratto» che dura quasi 25 anni: per ridurre l’impatto dei mercati sul proprio portafogli, un bresciano su tre sceglie il mutuo a tasso fisso, mentre un altro terzo spera nei vantaggi del tasso variabile: «L’offerta bancaria — precisano da Tecnocasa — migliora grazie alla riduzione degli spread sui mutui per la prima abitazione». Se il mattone è ripartito, il merito è anche di Mario Draghi: la sua Bce, con il Quantitative Easing, ha fatto di tutto per aiutare le banche e mettere liquidità in circolo.