La scheda Isis «Io, martire ad Aleppo»
Stato Islamico: la scheda identificativa compilata da El Abboubi
Studente. Coniugato. «Martire ad Aleppo». Lo ha messo nero su bianco Anas El Abboubi nella scheda di arruolamento preparata dallo Stato Islamico per le reclute. Qualche voce in bianco, come il gruppo sanguigno e la specializzazione al fronte. Ma anche la data e il luogo della morte. Non a caso al fratello minore, che vive nel Bresciano, è stata negata la cittadinanza italiana.
Compirà 24 anni il 17 ottobre. Di lui si sono perse le tracce — quelle ufficiali — virtuali o meno che siano, da oltre due anni. Non un post, una telefonata, un’intercettazione. Ma di quello balzato agli onori delle cronache bresciane come «il terrorista della porta accanto», in quel di Vobarno, resta una scheda. Identificativa. Compilata proprio da Anas El Abboubi per essere «arruolato» tra le fila dello Stato Islamico. E in arabo. Poche righe per immolarsi alla causa di Allah, non senza indicare, in caso di bisogno, un recapito da contattare nel bresciano. Giusto le informazioni essenziali (professione, famiglia, desideri) e le aspirazioni di combattente.
L’intestazione su tre righe: «Stato Islamico in Iraq e Levante», «Dipartimento generale delle frontiere», «Scheda Mujahid». E una serie di voci da riempire, alcune lasciate in bianco. Nome: Anas El-Abboubi. Nome di battaglia: Abu Rouada Al-Itali (l’italiano). Nome della madre: Habeeba. Gruppo sanguigno: non pervenuto. Nazionalità: marocchina. Studi: maturità. L’ha conseguita alla Scuola Bottega, in ritardo, dopo la sua scarcerazione (rimase in cella 16 giorni), nell’estate 2012. Era stato proprio Anas a chiedere di completare il ciclo di studi e sostenere l’esame finale, e con 67/100 il 29 agosto di quattro anni fa si era diplomato perito elettronico. Qual è la tua professione prima di arrivare? Studente.
Stato civile: «coniugato» (quando e con chi?). Puntini di sospensione, invece, alla voce «I paesi che hai visitato e quanto tempo hai vissuto in ciascuno». Domanda successiva: valico di ingresso e tramite chi. Risposta: Ahl AlHawa — Abu Yahia Al-Tunisi Yathareb. Non meglio identificati. Sei stato presentato da qualcuno? «Da nessuno». Data di ingresso: 13 settembre 2013. Dalle indagini della Digos risulta che dopo un primo tentativo andato a vuoto il 6 settembre — a mezzanotte si imbarcò a Bari destinazione Durazzo ma in Albania fu costretto a rientrare in Italia per un problema con il passaporto — il 14 da Malpensa raggiunse prima la Turchia e poi la Siria, grazie ai due presunti reclutatori albanesi Alban ed Elvis Elezi, finiti nel mirino della Digos con l’operazione «Balkan connection» nel marzo 2015: l’ultimo tentativo di contattare sull’utenza siriana da parte loro risale al luglio 2014.
«Hai già compiuto il Jihad e dove?». «Sì, il Jihad contro me stesso»: significa che prima Anas era sulla via sbagliata, e che si è impegnato a raddrizzare la sua condotta sui dettami dell’Islam salafita.
Che ruolo: combattente/ martire/suicida. Risposta: martire ad Aleppo. Specializzazione non specificata (le voci sulla scheda prevedevano di barrarne una tra: combattente, teologo, sicurezza, amministrativo). Materiale custodito: carta d’identità marocchina e italiana. Livello di ascolto e ubbidienza: nessuna precisazione. Alla penultima riga gli viene chiesto di indicare un indirizzo da contattare: «Mia madre», scrive. Ultima voce: «data e luogo della morte». Seguono i puntini di sospensione. Perché non esistono, almeno non in termini ufficiali, elementi certi che facciano pensare che Anas El Abboubi sia deceduto al fronte. Nè che sia ancora vivo, così da festeggiare il suo compleanno.