Scalvini: «Torre Tintoretto è meglio l’abbattimento»
«C’è bisogno di housing sociale ma chi comprerebbe casa nella torre riqualificata?»
Se si vogliono mantenere in città le famiglie della classe medio-bassa servono appartamenti a prezzo calmierato ma l’assessore Scalvini appoggia la scelta di Investire Sgr: nessuno comprerebbe casa nella Torre Tintoretto, seppure riqualificata: meglio abbatterla e rifarla.
La Loggia si prepara a cambiare idea sul futuro della torre Tintoretto di San Polo: sempre più pezzi di maggioranza sono convinti che convenga abbatterla. Opzione che permetterebbe ad Investire Sgr di costruire palazzi più piccoli, con 271 appartamenti da destinare ad housing sociale. Ovvero affitti (anche a riscatto) a prezzi calmierati per famiglie di fascia medio bassa (la cosiddetta «zona grigia») e non case Aler (l’edilizia residenziale pubblica) con le graduatorie fatte soprattutto di stranieri e disagio sociale.
L’abbattimento parte da un ragionamento che Investire Sgr reputa un assioma base: chi comprerebbe casa nell’attuale torre ristrutturata? E siccome la società per la gestione del risparmio deve far fruttare ad un tasso di almeno il 4,5% l’anno i soldi delle istituzioni come Cassa depositi e prestiti ed enti previdenziali, ristrutturare l’attuale palazzone risulterebbe non remunerativo. Eppure diversi professionisti bresciani (dall’attuale rettore Maurizio Tira, agli architetti Marco Frusca e Luciano Lussignoli) sono intervenuti per dire che no, ci sarebbero esempi alternativi di recupero. E l’abbattimento è sbagliato.
La giunta Del Bono non ha ancora preso una decisione definitiva. Ma se vuole ribaltare la decisione presa in commissione urbanistica nel novembre 2015 (quando venne respinta un’osservazione di Investire Sgr che chiedeva l’abbattimento della torre) deve prenderla in fretta. Va fatta una variante al Pgt ma i lavori non inizierebbero comunque prima della fine della legislatura (ovvero giugno 2018). Ma a far capire che la Loggia (a partire dal sindaco Del Bono) si sta indirizzando verso il radicale cambio di scelta è l’assessore ai Servizi Sociali Felice Scalvini. Lui, che dal 2004 al 2013 è stato presidente della Fondazione housing sociale (nata in seno a Fondazione Cariplo) ritiene che Brescia non possa più perdere il «treno» degli investimenti istituzionali per poter offrire a decine di famiglie case a prezzi concorrenziali, senza così costringerle a migrare nell’hinterland (da Borgosatollo a Castegnato). Quello che è stato fatto a Milano con «Borgo Sostenibile», a Crema con «Casacremapiù» e a Cremona con «Opifici 22» può essere replicato a San Polo. «Finita la disponibilità di finanziamenti a fondo perduto per l’edilizia pubblica — spiega l’assessore — servono strumenti che reperiscano capitali pazienti e non speculativi. Come quelli di Investire Sgr, che gestisce un portafoglio di investitori istituzionali, tra cui Cassa depositi e prestiti Sgr e il fondo Immobiliare di Lombardi e, che ha l’obiettivo di realizzare housing sociale sul territorio regionale. Ricordiamo che la fondazione Housing Sociale, oggi presieduta dal bresciano Francesco Abba Legnazzi, avrà il ruolo di supporto e advisoring». Insomma, se l’azionista di maggioranza di Investire Sgr è banca Finnat di Giampietro Nattino (detiene il 50,16% di quote) questa società «non è formata da un manipolo di speculatori — aggiunge Scalvi- ni —. Investire ha fatto una sua indagine di mercato e ha capito che a San Polo l’unica strada possibile se vuole avere un ritorno economico (si parla 450mila euro l’anno, ndr)è quella di costruire case per la classe media ma creando luoghi abitabili, con una serie di servizi aggiuntivi, dagli ambulatori a spazi gioco per i bambini». Case più economiche di quelle che si possono trovare sul mercato libero (in città si stimano 4800 appartamenti vuoti o sfitti)? «Certo, altrimenti l’operazione non sarebbe sostenibile». La Tintoretto però verrebbe ceduta (per essere abbattuta) a soli 500mila euro mentre Pro Brixia l’ha valutata 15,3 milioni. E c’è chi paventa esposti alla Corte dei Conti. «Quel valore è del tutto sovrastimato — chiude Scalvini —. Non credo ci sia nessun privato oggi che voglia farsi carico di quella torre. Se ci sono, si facciano avanti».
Le garanzie Investire Sgr gestisce fondi delle istituzioni alle quali deve rendere conto dell’operazione