La leggerezza dei numeri con il metodo Montessori
Scoprire la matematica con il Metodo Montessori, avvicinare i bambini a numeri e concetti astratti attraverso l’approccio suggerito, un secolo fa, dalla scienziata italiana di fama mondiale. Il tema pedagogico sarà affrontato nel convegno «Matematica-mente Montessori», organizzato dall’Associazione bresciana che porta il nome della prima donna a laurearsi in medicina in Italia, nel 1896. Appuntamento sabato 15 alle 9.30 all’auditorium del Liceo Leonardo, via Balestrieri 6 (www.montessoribs.it).
È partendo dalle percezioni che si può apprendere in maniera «leggera» la matematica, cagione di non pochi problemi per generazioni di alunni, fin dai banchi delle elementari.
Lo spiega il presidente dell’Opera Nazionale Montessori, Benedetto Scoppola, professore di fisica e matematica all’Università Tor Vergata, ospite del convegno. «Montessori propone un apprendimento guidato da esperienze concrete, materiali, che rappresentino in modo chiaro i concetti matematici. L’ispirazione viene dagli Elementi di Euclide, che l’educatrice ben conosceva. La presentazione di numeri e forme geometriche è associata al movimento e alla manipolazione; le piccole somme e le tabelline sono subito legate ad aspetti percettivi e mostrate attraverso rappresentazioni geometriche; il risultato di una moltiplicazione è l’area di un rettangolo, pazientemente costruito con delle perle. Anche concetti puramente geometrici, come il teorema di Pitagora, sono rappresentati da materiali e l’enunciato è il frutto di riflessioni legate alla manipolazione».
La ricerca neuroscientifica, dati statistici alla mano, ha comprovato la grande modernità di questo approccio, dove bisogna usare mani e testa.
«I bambini dimostrano grande interesse per le materie astratte, quando vi arrivano attraverso un’attività manuale» scriveva Montessori; sono loro stessi a chiedere l’esatto vocabolario e i simboli in un secondo tempo.
«E qui arriva il difficile, perché spesso l’adulto — sottolinea Scoppola — davanti alle difficoltà degli alunni diventa protagonista del processo di apprendimento, creando le premesse per rendere ostica la matematica». La parola d’ordine per gli insegnanti è «pazienza», ripagata dall’entusiasmo della scoperta, che rende gli allievi «appassionati e non compiacenti»: una diversità di atteggiamento ben illuminata da Montessori in «Come educare il potenziale umano».
È il bambino, non la disciplina o il docente, il centro del processo educativo: «Un’idea rivoluzionaria, all’inizio del secolo scorso» ha detto Scoppola. Un’idea accolta in Italia da cento scuole statali e quasi altrettante paritarie. «Brescia è una piazza molto viva. Sul territorio della provincia sono presenti sei scuole dell’infanzia, due nidi, due primarie parentali e un Istituto comprensivo statale».