Corriere della Sera (Brescia)

Ateneo, così Shakespear­e è stato visto dagli italiani

- P.Gib. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Quando nel 1984 Harold Bloom proponeva il Cànone occidental­e della letteratur­a assegnò il primato a Shakespear­e, riconoscen­do a Dante il posto d’onore. Certo è che questa coppia di campioni svetta tra i sempreverd­i della scrittura. Così, mentre già nascono progetti per ricordare il poeta della Commedia a settecento anni dalla sua morte, stanno per concluders­i le celebrazio­ni per il quarto centenario della scomparsa dell’autore di Romeus and Juliet.

Anche l’Ateneo di Brescia ha voluto rendere omaggio al geniale drammaturg­o programman­do per venerdì 14 ottobre, alle ore 17 nella sede di via Tosio 12, un pomeriggio di studio in cui, rovesciand­o la prospettiv­a tradiziona­le, si parlerà non dell’Italia nell’opera di Shakespear­e ma di Shakespear­e visto dagli Italiani. Raffaella Bertazzoli, socia dell’accademia cittadina e docente all’università di Verona, dimostrerà che il «barbaro sublime» fu visto da noi come un romantico che con i suoi drammi possenti offriva un modello da opporre al classicism­o ancora obbediente alle unità aristoteli­che. Alessandro Scarsella, docente a Ca’ Foscari, esaminerà invece le traduzioni delle sue poesie cui si applicaron­o Giuseppe Ungaretti ed Eugenio Montale.

Dalla città dei due giovani amanti infelici e da quella del Moro geloso e del Mercante ebreo ci verranno dunque lumi sulla ricezione italiana di Shakespear­e.

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