I primi cittadini della Lega Nord: «No alle residenze d’ufficio»
I sindaci della Lega in rivolta. Chiedono «più sicurezza», dicono «no alla residenza ai richiedenti asilo» e attaccano il ministro dell’Interno Angelino Alfano che lo ha proposto. È l’on. Stefano Borghesi a farsi carico di portare a Roma, alla Camera, «la voce del territorio bresciano». Borghesi stigmatizza la «politica dissennata del governo» cita «episodi di gravità inaudita», il più recente una ragazza violentata a Chiari da tre richiedenti asilo: «Non è possibile che in Italia entrino ogni giorno duemila stranieri poi classificati per l’80% come soggetti che scappano dalla guerra». Lo stato, ricorda Borghesi, i «spende 35 euro al giorno che gli italiani pagano di tasca loro con le tasse, questa politica favorisce le coop degli amici sulla pelle dei migranti e non può che degenerare come è accaduto a Chiari. Tutto era prevedibile solo il ministro Alfano non ha lungimiranza politica quel che sta succedendo è responsabilità sua». All’attacco anche il segretario provinciale Marco Formentini «la Lega è assolutamente contraria a registrare come residenti i richiedenti asilo, 7 su 10 alla fine dell’iter si rivelano clandestini». Camilla Gritti sindaco di Castelcovati lamenta che i cittadini sono preoccupati e hanno paura, «abbiamo scritto una lettera al prefetto per chiedere un tavolo di confronto con i sindaci del territorio per tutelare la sicurezza dei cittadini, ma abbiamo anche chiesto risorse per le forze dell’ordine, altrimenti il rischio è che non ci siano più controlli». Alessio Rinaldi è sindaco di Marone e coordinatore provinciale dei sindaci della zona: «Cerchiamo di arginare il flusso, ma è come la tela di Penelope, viene disfatta con disposizioni illogiche». Va all’attacco Franco Claretti sindaco di Coccaglio: «basta un foglio di carta e una dichiarazione e subito gli danno la carta d’identità».