Emergenza siccità, summit in Regione
E scattano da oggi le limitazioni al traffico dopo giorni di polveri sottili oltre i limiti
Sono due mesi che non piove: la siccità spaventa sia la politica sia il mondo agricolo. Ecco perché Regione Lombardia ha deciso di convocare per il 7 febbraio il «Tavolo per il monitoraggio delle riserve idriche». A Milano la giunta Maroni si confronterà con altri enti e istituzioni. E da oggi limitazioni al traffico per le Pm10.
Sono due mesi che non piove, in provincia di Brescia. E i risultati si vedono: il lago d’Iseo continua ad abbassarsi, tanto che ieri segnava 13 centimetri sotto lo zero idrometrico. I numeri certificano una siccità che spaventa sia la politica sia il mondo agricolo. Ecco perché Regione Lombardia ha deciso di convocare per il 7 febbraio il «Tavolo per il monitoraggio delle riserve idriche». A Milano la giunta Maroni si confronterà con le province, i rappresentati delle organizzazioni agricole, gli operatori delle società energetiche, i consorzi di bonifica e i gestori dei bacini idrici. La carenza di pioggia fa aumentare anche le polveri fini: da oggi limitazioni al traffico.
Certo, nei prossimi giorni sono previste abbondanti piogge, ma rischiano di essere «del tutto insufficienti» visto che le precipitazioni «sono comunque inferiori a quelle che di norma cadono in inverno» sostiene Ettore Prandini, presidente di Coldiretti. Che guarda con preoccupazione alla mancanza di neve: «senza riserve idriche in montagna — dice — mancherà l’acqua per l’irrigazione estiva». E qui si apre un terreno di scontro tra agricoltori e gestori degli impianti idroelettrici: a giugno gli uni chiederanno rilasci d’acqua per il mais, le società invece non vorranno cedere per i consumi elettrici. «È un eterno tira e molla», dice Francesco Martinoni, presidente di Confagricoltura Brescia. Secondo lui in questa partita, che si giocherà soprattutto sul lago d’Idro, Trento la farà «da padrone. E noi — dice — confidiamo nell’assessore al Territorio Viviana Beccalossi: il mondo agricolo dovrebbe avere la precedenza». La Regione è convinta che il Tavolo siccità sia uno strumento utile per dirimere le controversie: «Lo scorso anno – scrivono gli assessori Claudia Terzi (Ambiente), Gianni Fava (Agricoltura) e Viviana Beccalossi – abbiamo condiviso passo per passo l’evolversi della situazione. Anche per il 2017, quindi, ripeteremo questo metodo, in modo da non farci trovare impreparati qualunque sia l’evoluzione meteo». In questa incertezza, c’è però un punto fermo: il surriscaldamento globale ridurrà le disponibilità di acqua dolce, che diventeranno sempre più strategiche per l’uso umano. Come dovrà comportarsi il mondo agricolo, che oggi in Europa utilizza il 35% di tutta l’acqua dolce (dato Fao) e nel mondo è responsabile del 69% dei consumi idrici? Quando si inizierà a convertire le colture di mais con piante meno bisognose d’acqua? «Abbiamo già cominciato a farlo – risponde Prandini – fra il 2015 e il 2016 c’è stato un calo del 4% dei terreni coltivati a mais, passati da oltre 75 mila ettari a poco più di 72 mila. Ma ora servono incentivi per sostenere metodi innovativi che puntino sull’irrigazione a pioggia». Per Prandini si potrebbe arrivare a risparmi del 40% di acqua, «ma serve un piano nazionale». Per l’Upa, invece, il passaggio chiave è quello degli Ogm: «la ricerca genetica deve andare avanti, solo così – sostiene Martinoni – avremo piante modificate in grado di resistere alla siccità». Bruxelles pochi giorni fa ha dato un segnale che va in questa direzione: il Comitato permanente per le piante ha chiesto l’autorizzazione per coltivare 3 varietà di mais Ogm. Il provvedimento alla fine non è passato, ma l’Italia stavolta ha votato «sì».