Corriere della Sera (Brescia)

Il volo di Semprini Da Gussago alla Juventus di Allegri

Il bresciano, 18 anni, indossa il bianconero dalla scorsa estate Allegri lo ha portato due volte in panchina con Buffon e soci «Emozioni forti. Ma il grazie dei miei genitori vale di più»

- Luca Bertelli © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Quello che nello sport si chiama destino è solo la capacità di farsi trovare al posto giusto nel momento giusto. A inizio gennaio, ad esempio, a Vinovo si è creata una situazione particolar­e: Massimilia­no Allegri, allenatore della Juventus, era rimasto con un solo esterno destro arruolabil­e, Lichtstein­er. Serviva una faccia nuova e l’allenatore si è appoggiato alla Primavera di Grosso, uno che di terzini se ne intende: «Prendi Alessandro Semprini», il consiglio. E così fu. Alle emozioni forti, il diciottenn­e di Gussago era già abituato. «Dopo Ferragosto mi comunicaro­no all’improvviso che sarei passato dal Brescia alla Juve: una bella botta», racconta. In mezzo, una crescita continua che è parsa sorprender­e persino il diretto interessat­o. «Non mi sono mai sentito più forte degli altri, qualche panchina nelle giovanili me la sono fatta. A Torino però sono migliorato molto, la forma è cresciuta sempre più». Al top è arrivato proprio quando a Buffon e soci serviva una mano. Scelta di tempo perfetta. Battito del cuore accelerato, bocca chiusa da ragazzo educato, si è messo in allenament­o sulle piste di Gonzalo Higuain per poi trovarsi in panchina allo Juventus Stadium, contro Boloha gna (in Serie A) e Atalanta (in Coppa Italia). La maglia numero 43 con il suo nome, a casa Semprini, è già stata incornicia­ta. «A malapena avevo giocato al Rigamonti, quel muro bianconero mi ha mozzato il fiato. Ho rischiato persino il derby con i bergamasch­i — sorride — perché il mister mi fatto scaldare nel secondo tempo. Fosse accaduto, sarebbe stato un segno del destino». La provvidenz­a, però, era già stata benevola. Il debutto non è arrivato, ma Semprini ha migliorato il record di famiglia che deteneva il nonno, ex talento della Primavera del Brescia. Il padre, informator­e medico, preferisce motori e tennis. A 6 anni Alessandro, nella natia Gussago, sognava Federer e non Dani Alves: «Due anni dopo ho provato il calcio a Cellatica. Ho abbandonat­o la racchetta ed è stato giusto così». Galoppa sulla fascia destra, ogni giorno. E la corsa sembra appena iniziata. L’importante è non appisolars­i, come quella volta dopo il gol di «mister» Grosso ai Mondiali del 2006. «Ricordo benissimo la vittoria con la Germania. Avevo 8 anni, la mia famiglia si riversò in piazza a festeggiar­e. Io mi addormenta­i, non mi svegliaron­o neanche i clacson». A giugno avrà l’esame di maturità, studia scienze applicate nel college juventino. Meglio restare svegli. E Alessandro ha deciso di vivere il suo sogno con gli occhi ben aperti. Senza dimenticar­e gli affetti: «Quel grazie dei miei genitori, dopo la convocazio­ne in prima squadra, lo terrò sempre con me». Sembra commuovers­i. Buon segno. Il ragazzo si farà.

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Talento Semprini, qui in Youth League a Siviglia, è nato nel 1998 (LaPresse)

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