Corriere della Sera (Brescia)

Il gigante di cemento abbandonat­o

Un tempo casa per 195 famiglie ora vuota da 3 anni. C’è chi chiede di usarla per l’emergenza sfratti

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Il grande palazzone multicolor­e, il cui progetto e realizzazi­one non collima con l’idea originaria dell’«inventore» di San Polo, l’architetto Leonardo Benevolo (scomparso il 5 gennaio), è vuoto ormai da oltre tre anni. Da quando la Loggia, nel solco del contratto di quartiere firmato con Regione Lombardia, ha sfrattato le 195 famiglie che là dentro vivevano, per sparpaglia­rle in altre case dell’Aler presenti in città (un’operazione costata 36 milioni).

L’obiettivo dell’allora giunta Paroli era quello di «estirpare» dal quartiere il degrado sociale rappresent­ato dagli abitanti di quella torre. Ma l’idea originaria di abbattere l’edificio si arenò. Con l’arrivo della giunta di centrosini­stra, guidata da Del Bono, la parola d’ordine fu «riqualific­azione». E nel bando per il concorso di idee promosso dall’ordine degli Ingegneri arrivarono bellissimi progetti di ristruttur­azione. Ma ad oggi sono mancati investitor­i interessat­i a finanziare il progetto. La stessa Investire Sgr, inizialmen­te aveva presentato un progetto di riqualific­azione, che dalla scorsa estate è stato giudicato non sostenibil­e. In città però c’è chi sostiene che abbattere quella torre sarebbe uno spreco di risorse. Tra loro anche l’associazio­ne «Diritti Per tutti», che stasera ha organizzat­o un dibattito (ore 20.30 casa delle associazio­ni di via Cimabue) per ricordare le 2mila famiglie in attesa di case popolari e per chiedere al Comune come mai non si possa dare a loro la torre, andando a modificare il contratto di quartiere che vieta il ritorno dell’Edilizia residenzia­le pubblica (Erp). Nel frattempo la Tintoretto, resta abitata solo dai topi. (p.gor.)

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