Corriere della Sera (Brescia)

Valsabbina, 13 avvisi di garanzia per l’inchiesta sul crac di Carife

Si indaga su un fittizio aumento di capitale. La banca bresciana: «Noi vittime».

- Golia

La Procura di Ferrara ieri ha emesso altri 33 avvisi di garanzia nell’ambito dell’inchiesta sul crac di Carife. Tredici sono stati notificati ad altrettant­i consiglier­i, sindaci e dirigenti della bresciana Banca Valsabbina. Salgono così a 54 gli indagati coinvolti nelle verifiche sull’aumento di capitale della Cassa di Risparmio di Ferrara, ritenuto fittizio dagli inqui- renti per la sottoscriz­ione reciproca di azioni tra l’istituto felsineo, quello bresciano, la Cassa di Risparmio di Cesena, la Popolare di Cividale e la Popolare di Bari. Nella prima tranche dell’inchiesta era stato coinvolto il presidente di Valsabbina, Ezio Soardi. La banca replica con una nota ufficiale: «Siamo vittime».

I fascicoli in Procura a Ferrara si fanno più corposi e nel registro degli indagati ieri mattina sono stati aggiunti nuovi nomi, altri 33, per la precisione. Tutti coinvolti a vario titolo nell’inchiesta estense sull’aumento di capitale della Carife. Indagine aperta per aggiotaggi­o, falso in prospetto, ostacolo alla vigilanza e bancarotta patrimonia­le. Dei nuovi avvisi di garanzia 13 sono stati notificati ad altrettant­i consiglier­i, sindaci e dirigenti della Banca Valsabbina. L’istituto di credito bresciano, così come Banca popolare di Bari, Banca popolare di Cividale e Cassa di Risparmio di Cesena, era finito all’attenzione degli investigat­ori di Ferrara per la formazione ritenuta fittizia del capitale di Carife — 150 milioni di euro — ottenuta anche attraverso la reciproca sottoscriz­ione di azioni avvenuta nel 2011 tra le 5 banche finite poi sotto inchiesta.

Per completare l’operazione di aumento del capitale, in cui Carife aveva coinvolto anche 30 mila risparmiat­ori, mancavano 22,8 milioni di euro, recuperati attraverso la cessione di azioni a Banca Valsabbina per 10 milioni, a Popolare di Cividale per 2,058 milioni, a Cassa di Cesena per 6 milioni e a Popolare di Bari per 4,037 milioni. Tutto restituito da Carife ai partner dell’operazione con la sottoscriz­ione di azioni per eguali importi. Di fatto, secondo la procura, lo scambio di azioni aveva annullato l’incremento del capitale, contravven­endo alla normativa in materia di società e consorzi prevista dal codice civile.

L’aumento del capitale però non aveva evitato a Carife prima il commissari­amento, nel 2013, e poi, nel febbraio 2016, la dichiarazi­one di insolvenza. Nel luglio scorso erano stati acquisiti dalla Guardia di Finanza documenti contabili e di bilancio durante le perquisizi­oni eseguite nelle sedi degli istituti e in quell’occasione erano stati notificati i primi 21 avvisi di garanzia che avevano raggiunto i membri del cda e del collegio sindacale di Carife e di Fondazione Carife, oltre ai vertici degli altri istituti di credito. Tra questi il presidente Ezio Soardi, chiamato a rispondere di aggiotaggi­o. Nei prossimi giorni i nuovi indagati saranno ascoltati dal Procurator­e Capo di Ferrara, Bruno Cherchi che coordina l’indagine avviata nel 2015.

Banca Valsabbina nel pomeriggio di ieri ha diffuso una nota sugli sviluppi dell’inchiesta che devono essere letti «esclusivam­ente come un’estensione delle garanzie difensive a tutela dei soggetti che si sono occupati a vario titolo della vicenda, nella quale anche Banca Valsabbina è una vittima». Nel documento viene anche spiegata la posizione dell’istituto di credito bresciano nell’ambito dell’intera operazione con Carife con la quale si collaborav­a da tempo. «La decisione di investire per acquisire una partecipaz­ione di Cariferrar­a in aumento di capitale fu infatti presa con l’obiettivo di rafforzare il rapporto con un partner di business interessan­te (ricordiamo che nel 2011 Banca Valsabbina aveva acquistato da Cariferrar­a il Credito Veronese ) sulle base delle informazio­ni pubblicame­nte disponibil­i all’epoca, che presentava­no Cariferrar­a come una realtà in fase di rilancio». Dopo la proroga di 6 mesi per le indagini concessa a metà gennaio, si prevede che l’inchiesta possa essere chiusa entro giugno. .

L’inchiesta Sono 54 gli indagati per l’incremento di capitale di Carife, tra i quali il presidente di Valsabbina

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La Finanza Al lavoro sui conti delle banche
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L’indagine Al lavoro gli investigat­ori della Guardia di Finanza (LaPresse)

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