Il professor Migone e la guerra dei sessi
Al Pala Brescia «Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere»
Èuno spettacolo che non ha lo scopo di condividere verità, ma soprattutto di aiutare a comprendere l’incomprensibile. Sono queste le istruzioni per l’uso che premette Paolo Migone, domani sera (ore 21) protagonista al Pala Brescia con il monologo Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere, tratto dal best-seller planetario di John Gray (5 milioni di copie, in Italia edito da Rizzoli). La guerra dei sessi non gode di armistizi: uomini e donne sono diversi, parlano linguaggi opposti per quanto riguarda il pensiero, la vita, l’amore e la coppia; è un concordato in bilico, salvo trovare complicità o tavoli di trattative. Il prof. Migone ci dà la sua versione dei fatti.
«Abbiamo deciso di riprendere questo allestimento dopo due anni e mezzo, perché il successo era stato eclatante: 99 repliche in due stagioni. Il tema è: quanto è difficile vivere insieme. Mi ispiro al libro, ma mentre Gray fa un’analisi spietata, io viro sul surreale. Molte cose le tiro fuori dalla mia esperienza, sono sposato da vent’anni e dunque ho in casa un po’ di mare teriale. Il tema peraltro appartiene alle mie corde comiche, perché per 14 anni a Zelig Gino & Michele mi avevano specializzato sull’argomento famiglia».
Sempre con il camice bianco e l’occhio nero?
«Il camice sì, perché mi presento come studioso, come guru di coppia. L’occhio nero no, mi prendo una pausa dalla mia solita maschera. Perché? «È come chiedere a un pitto-
perché usa il giallo invece del blu. Diciamo che questo che presento è un lavoro di un altro, io sono solo un tramite».
Nella sua vena comica c’è il sugo della toscanità, o sbaglio?
«In verità sono genovese di nascita, però lo riconosco: sono un trapiantato autentico. Devo molto al sarcasmo livornese, che è tagliente, anche cattivo. Conosce la tradizione del Vernacoliere? I livornesi sono soliti comunicare con battute abrasive. Per dire che a uno è difficile spillare quattrini, si dice: è come levare un pelo all’orso».
Zelig è stata una palestra che si è esaurita. Come mai?
«Sì è esaurita. Perché è mancato il motore che era Claudio Bisio. L’ultima edizione con De Sica era abbastanza penosa, via! Bisio era una spalla incredibile, faceva spogliatoio. È finita come la Coppa America: quando gli sponsor diventano più forti delle idee, inizia il declino. E questo mi ha addolorato parecchio».
Biglietti da 30 a 20 euro. Online su Ticketone.