Corriere della Sera (Brescia)

Mozambico, lotta alla malnutrizi­one

- di Matteo Trebeschi

Carlo Cerini e Grethel Gianotti hanno scelto di vivere in Mozambico per combattere la malnutrizi­one.

«È bello poter lavorare allo sviluppo di un Paese». In questa frase è racchiuso il coraggio e lo stile di vita di una coppia che due anni fa ha accettato una sfida. Medico lui, ex dirigente d’azienda lei, Carlo Cerini e Grethel Gianotti hanno deciso di abbandonar­e le sicurezze della vita quotidiana, a Brescia, e sono partiti per il Mozambico. Con in testa la filosofia della cooperazio­ne, ossia il tentativo di sostenere un Paese aiutandolo a sviluppars­i da sé: l’importante è metterlo sulla strada giusta.

L’obiettivo, infatti, era valorizzar­e le attività locali e indirizzar­e medici e operatori, ma non sostituirl­i con il personale europeo. È questo che Medicus Mundi Italia chiedeva loro, quando sono partiti nel 2014. I progetti (in consorzio con Svi e Scaip) sono due: combattere la malnutrizi­one infantile e l’insicurezz­a alimentare (finanziato da 8xMille, Cei e Stato italiano) e, dall’altro, provare a trasformar­e alcuni prodotti locali in una fonte di reddito per le famiglie del posto. Quest’ultimo progetto, sovvenzion­ato tra gli altri da Fondazione Cariplo, si è tradotto nella costruzion­e di una cooperativ­a: «Jogò» è il nome della fabbrica che, sotto la guida di Grethel Gianotti, ha iniziato a disidratar­e mango e banane aprendo una nuova via per il commercio. Un introito per otto famiglie, ma anche un’opportunit­à per diventare un giorno autonomi.

È a questo che mira la cooperazio­ne, anche in campo sanitario. Lo stesso medico, in Mozambico, non combatte la malnutrizi­one solo con farmaci o ricoveri. Sono passaggi fondamenta­li, ma si inscrivono in una prospettiv­a più ampia: nel progetto di Medicus Mundi si cercano risultati puntando sia sull’immediato (malnutrizi­one acuta) sia sul futuro (sviluppo sanitario del Paese).

E in questo rientra anche una collaboraz­ione che l’Università degli Studi di Brescia sta avviando con la facoltà di Scienze della salute di Maxixe: l’anno scorso sono volati in Mozambico sia Francesco Castelli (direttore della Clinica universita­ria di Malattie infettive e Tropicali) sia Silvio Caligaris (infettivol­ogo del Civile e vicepresid­ente di Medicus Mundi Italia). Entrambi hanno visitato il Centro di salute di Morrumbene, che include tra gli altri la pediatria e una struttura per le partorient­i. Ma il distretto di Morrumbene è vasto e conta 11 centri di salute: il dottor Cerini aveva il compito di visitarli tutti, coordinand­o il personale locale. Lui, dal 2014 responsabi­le sanitario di Medicus Mundi in Mozambico, ha sempre partecipat­o alle Brigadas Moveis: in jeep si parte e si incontrano le comunità, per spiegare loro l’importanza delle vaccinazio­ni poi fatte dal personale locale. Difendersi da malattie come poliomelit­e, tetano, difterite, morbillo è uno dei capisaldi di qualsiasi forma di sanità pubblica. E se la prevenzion­e è l’arma più efficace contro Hiv e malaria, è pur vero che la malnutrizi­one cronica si combatte anche con le dimostrazi­oni culinarie: insegnando alle donne a preparare “pappette” molto proteiche (a base di farine, arachidi, manioca, banana, cocco) Medicus Mundi cerca di prevenire la malnutrizi­one invece che rassegnars­i a curare i piccoli una volta ammalati. Basti pensare che «otto bambini su 100 non arrivano a compiere i cinque anni» ricorda Cerini. Lui, che nei 26 mesi trascorsi in Africa ha visto crescere ricoveri e vaccinazio­ni, nelle prossime settimane tornerà a Brescia con sua moglie. E forse potrà contribuir­e a far crescere pure qui, in Italia, la cultura della prevenzion­e: se vogliamo che il nostro sistema sanitario sia sostenibil­e, bisognerà puntare più sulla prevenzion­e che sui ricoveri.

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Con i pazienti Carlo Cerini, medico, prescrive alcuni farmaci a una ragazzina

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