L’apprendistato è a livelli record La ricetta contro la disoccupazione
Più di diecimila i contratti stipulati a Brescia per giovani con meno di 35 anni
Dopo la fine dell’ubriacatura e la riduzione delle agevolazioni destinate alle nuove assunzioni o alla trasformazioni di contratti da tempo determinato a quello indeterminato, nella giungla dei tirocini e dei voucher (4,2 milioni a Brescia lo scorso anno), l’apprendistato riscopre tutto il suo appeal. Soprattutto nel mondo imprenditoriale artigiano.
La conferma arriva dall’elaborazione dell’ufficio studi della Confartigianato che segnala come nei primi undici mesi del 2016, le assunzioni con apprendistato sono arrivate a quota 216.020, con un aumento di 46.648 unità, pari al +27,5%, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
E Brescia rientra nel trend nazionale con l’ultimo bollettino Excelsior della Camera di commercio che precisa come il 10% dei contratti proposti dalle aziende ai nuovi assunti riguarderanno proprio l’apprendistato.
«Quasi mille giovani (935) ogni giorno entrano nel mondo del lavoro grazie all’apprendistato. Uno su quattro nelle imprese artigiane. L’importanza di questo contratto – ha commentato il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia, Eugenio Massetti - emerge chiaramente dell’ultima analisi statistica che mette in luce un ritorno alla crescita delle assunzioni di apprendisti in particolare nelle piccole e medie imprese».
Un fenomeno che arriva dopo l’affievolirsi delle politiche di decontribuzione del lavoro a tempo indeterminato e che di fatto ha «spiazzato» il contratto di apprendistato. Nel 2015, infatti, le assunzioni effettuate con questa tipologia sono crollate del 21,9% rispetto all’anno precedente. Tradotto in numeri, i contratti di apprendistato a Brescia erano stati 10.406 di cui 5.955 uomini e 4.451 donne con un incidenza media sul totale degli occupati under 35 del 9%, occupando il 51° posto nella classifica italiana dei capoluoghi di provincia per utilizzo di questa tipologia contrattuale.
A livello nazionale, nei primi undici mesi del 2016 la variazione netta dei rapporti di lavoro in apprendistato, il risultato delle attivazioni al netto di trasformazioni a tempo indeterminato e di cessazioni dei contratti di lavoro, ritorna in positivo. Il saldo è di 25.152 apprendisti in controtendenza rispetto alla riduzione netta di 42.271 dello stesso periodo del 2015 e ampiamente superiore all’incremento di 13.772 registrato nei primi 11 mesi del 2014. L’apprendistato si conferma poi un contratto «importante» per le imprese artigiane che lo utilizzano per l’8% delle assunzioni previste, 3 punti in più del 5% registrato dal totale delle imprese.
«Quella dell’apprendistato è la strada giusta, la formula migliore per l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro – ha concluso Massetti -. Con tanta formazione in azienda, con il tutoraggio continuo, con rapporti di lavoro dove i diritti non superino i doveri. Ed è la formula che si realizza proprio nelle micro e piccole imprese. Per combattere la disoccupazione giovanile bisogna cambiare la convinzione secondo la quale prima si studia e poi si lavora. La politica indichi alle famiglie che quella non è la strada giusta per il futuro dei figli, che la formazione e il lavoro devono essere in parallelo e non in successione».
Un lavoratore su 4 è assunto nel mondo artigiano