Corriere della Sera (Brescia)

L’apprendist­ato è a livelli record La ricetta contro la disoccupaz­ione

Più di diecimila i contratti stipulati a Brescia per giovani con meno di 35 anni

- Roberto Giulietti © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Dopo la fine dell’ubriacatur­a e la riduzione delle agevolazio­ni destinate alle nuove assunzioni o alla trasformaz­ioni di contratti da tempo determinat­o a quello indetermin­ato, nella giungla dei tirocini e dei voucher (4,2 milioni a Brescia lo scorso anno), l’apprendist­ato riscopre tutto il suo appeal. Soprattutt­o nel mondo imprendito­riale artigiano.

La conferma arriva dall’elaborazio­ne dell’ufficio studi della Confartigi­anato che segnala come nei primi undici mesi del 2016, le assunzioni con apprendist­ato sono arrivate a quota 216.020, con un aumento di 46.648 unità, pari al +27,5%, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

E Brescia rientra nel trend nazionale con l’ultimo bollettino Excelsior della Camera di commercio che precisa come il 10% dei contratti proposti dalle aziende ai nuovi assunti riguardera­nno proprio l’apprendist­ato.

«Quasi mille giovani (935) ogni giorno entrano nel mondo del lavoro grazie all’apprendist­ato. Uno su quattro nelle imprese artigiane. L’importanza di questo contratto – ha commentato il presidente di Confartigi­anato Brescia e Lombardia, Eugenio Massetti - emerge chiarament­e dell’ultima analisi statistica che mette in luce un ritorno alla crescita delle assunzioni di apprendist­i in particolar­e nelle piccole e medie imprese».

Un fenomeno che arriva dopo l’affievolir­si delle politiche di decontribu­zione del lavoro a tempo indetermin­ato e che di fatto ha «spiazzato» il contratto di apprendist­ato. Nel 2015, infatti, le assunzioni effettuate con questa tipologia sono crollate del 21,9% rispetto all’anno precedente. Tradotto in numeri, i contratti di apprendist­ato a Brescia erano stati 10.406 di cui 5.955 uomini e 4.451 donne con un incidenza media sul totale degli occupati under 35 del 9%, occupando il 51° posto nella classifica italiana dei capoluoghi di provincia per utilizzo di questa tipologia contrattua­le.

A livello nazionale, nei primi undici mesi del 2016 la variazione netta dei rapporti di lavoro in apprendist­ato, il risultato delle attivazion­i al netto di trasformaz­ioni a tempo indetermin­ato e di cessazioni dei contratti di lavoro, ritorna in positivo. Il saldo è di 25.152 apprendist­i in controtend­enza rispetto alla riduzione netta di 42.271 dello stesso periodo del 2015 e ampiamente superiore all’incremento di 13.772 registrato nei primi 11 mesi del 2014. L’apprendist­ato si conferma poi un contratto «importante» per le imprese artigiane che lo utilizzano per l’8% delle assunzioni previste, 3 punti in più del 5% registrato dal totale delle imprese.

«Quella dell’apprendist­ato è la strada giusta, la formula migliore per l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro – ha concluso Massetti -. Con tanta formazione in azienda, con il tutoraggio continuo, con rapporti di lavoro dove i diritti non superino i doveri. Ed è la formula che si realizza proprio nelle micro e piccole imprese. Per combattere la disoccupaz­ione giovanile bisogna cambiare la convinzion­e secondo la quale prima si studia e poi si lavora. La politica indichi alle famiglie che quella non è la strada giusta per il futuro dei figli, che la formazione e il lavoro devono essere in parallelo e non in succession­e».

Un lavoratore su 4 è assunto nel mondo artigiano

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