Corriere della Sera (Brescia)

Germani, esame da grande: domani arriva Sassari

Diana attende rinforzi e inizia un febbraio terribile contro Pasquini, il Ferguson dei canestri

- Lu.Ber. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

I campionati di calcio si decidono in primavera, ma nella pallacanes­tro il mese decisivo è febbraio. Le finali di Coppa Italia, cui Brescia ha avuto il merito di qualificar­si (i quarti il giorno 17, con Venezia), sono il primo ballo della stagione; per arrivarci con il passo giusto bisogna vincere le 2-3 gare precedenti e non arrivare affaticati alle successive. Il percorso della Centrale del Latte, l’anno scorso, fu l’eccezione che conferma la regola: mise il freno a mano — le finali di Coppa furono a inizio marzo — e rischiò il testacoda. Rimessasi in carreggiat­a, oltrepassò la primavera e colse la promozione ad inizio estate. Un anno dopo, una categoria sopra, la Germani non può permetters­i un calo analogo ma il calendario non porge l’altra guancia. La sconfitta a Cantù, arrivata dopo uno splendido tris di vittorie, ha dato il via a un ciclo terribile. Domani, a Montichiar­i, è attesa la frizzante Sassari (cinque successi consecutiv­i in campionato e due in Champions); domenica 12 coincide con la trasferta a Milano, quindi la già citata kermesse a Rimini e, al rientro, l’impegno casalingo contro pronostico con Avellino. Il coefficien­te di difficoltà è altissimo, come i tuffi delle cinesi. All’andata, di vittorie neanche l’ombra. «Questa però è un’altra Germani, sebbene stia vivendo un momento difficile», dice Andrea Diana e ha (doppiament­e) ragione. La sua squadra ora ha un’identità riconoscib­ile, specie in casa. Attende però un aiuto dal mercato, che non è arrivato in settimana. Laquintana ci ha ripensato, Fall ha preferito Udine: «Ci attrezzere­mo per inserire a breve un giocatore, per un secondo play dipenderà anche dalle prospettiv­e di classifica dopo questo ciclo», ha chiarito il general manager Santoro. In sintesi: la società è pronta, ma uno sforzo sarà necessario solo se si potrà lottare per i play off. Intanto c’è Sassari, l’unica ad aver investito in un allenatore «all’inglese». Le scelte le fa Federico Pasquini e, se la squadra non gira, gli tocca rispondere al presidente Sardara, ambizioso quanto esigente. Ha unito la Sardegna come fece il Cagliari di Gigi Riva, con il «triplete» del 2015; pochi mesi dopo, però, cacciò coach Sacchetti «perché il ciclo era già finito». Proprio per questo, la Dinamo è molto pericolosa.

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Decisivo Michele Vitali, l’uomo in più al PalaGeorge(LaPresse)

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