Adolescenti, uno su tre si droga
Gli operatori: «Ragazzi fragili e vulnerabili». E le famiglie si affidano all’investigatore
Un adolescente su tre ha provato le droghe, a Brescia come nel resto dell’Italia. Lo dicono gli ultimi dati raccolti dagli operatori impegnati nelle scuole in progetti di prevenzione. I controlli non bastano ad arginare il fenomeno davanti a ragazzi fragili e vulnerabili. I dati dicono di un aumento delle segnalazioni al tribunale per i minorenni. Il pm Emma Avezzù osserva come i giovani sottovalutino i rischi dei loro comportamenti. E le famiglie? I genitori spaventati chiedono aiuto ai detective privati.
Difficile entrare nei meandri della mente di un ragazzo di 16 anni che si toglie la vita in seguito alla perquisizione nella propria abitazione da parte della Guardia di Finanza, sollecitata dalla madre, ma le domande che solleva sono mole. «Di questa vicenda in particolare poco sappiamo, se non per quanto letto afferma Cristian Marmaglio, educatore responsabile del Settore Prevenzione della Cooperativa Il Calabrone -, ma quello che osserviamo in generale è una crescente fragilità a sostenere eventi forti e traumatici da parte dei ragazzi che incontriamo quotidianamente. Chi arriva da noi, di fronte alle difficoltà, fa molta fatica: esce meno la rabbia nei confronti dell’adulto, crescono invece episodi di autolesionismo o di rinuncia». Marmaglio, insieme agli altri operatori della Cooperativa Il Calabrone, da anni interviene nelle scuole con progetti mirati di prevenzione rispetto all’uso delle droghe. In questo momento, coinvolti centinaia di studenti, la cooperativa è attiva in due progetti del Comune, uno per gli studenti delle scuole superiore, l’altro negli istituti comprensivi. Si tratta di interventi continuativi, periodici, che riguardano la consapevolezza e la fiducia dell’individuo, la capacità di dire «No» al gruppo, la dimensione relazionale con i coetanei e il mondo adulto. Aspetti che si coniugano con la dimensione informativa (i rischi e le problematiche legati all’uso di sostanze, illecite o anche legali come l’alcol), gli aspetti legali. «Noi magari veniamo chiamati dalle scuole perché è arrivata la polizia con i cani oppure perché sanno che all’interno dell’istituto ci sono casi di consumo di droga - osserva Marmaglio -. Sono interventi necessari ed è fondamentale che uno studente venga tutelato in uno spazio educativo pubblico, ma è importante che questi siano accompagnati anche da altri percorsi». L’intervento repressivo da solo, insomma, non basta, ci vuole un approccio culturale ed educativo ad ampio raggio: «Anche perché - rileva Marmaglio - quando si fanno interventi con i cani nelle scuole non è poi così semplice distinguere lo spacciatore dal ragazzo che, magari, è “sperimentatore”. Dal punto di vista legale ci sono conseguenze in entrambi i casi, ma è evidente che l’approccio deve essere diverso». Il consumo di droga o alcol tra gli adolescenti, con piccole variazioni verso l’alto o il basso, da anni è costante: «Sicuramente, dalle ricerche che noi facciamo periodicamente o da quelle nazionali, emerge una prossimità alle sostanze da parte dei ragazzi, che non sempre diventa un approccio problematico». L’ultima ricerca dell’Espad (European School Survey Project on Alcohol and Other Drugs) relativa all’Italia - ma poco cambia a livello locale nelle ricerche fatte dal Calabrone - fotografa la situazione. Tra i 15-17enni, nel corso della loro vita, il 29% dei maschi ha provato almeno una volta una droga, percentuale che sale al 52% tra i 18-19enni. più bassa la percentuale tra le ragazze: 21% circa tra le 1517enni, poco meno del 39% tra le 18-19enni. Per quanto riguarda l’uso di cannabis le percentuali sono leggermente più basse, e ancora più ovviamente la percentuale di «consumatori abituali» (venti o più volte al mese): 7,8% tra i maschi, 2.3% tra le femmine. Per quanto riguarda la cocaina, dice di averla provata almeno una volta nella vita il 6,7% dei maschi e il 3,8% delle femmine 18-19enni, percentuali che scendono al 2,6% e all’1% alla domanda relativa all’ultimo mese. Consumatori frequenti di cocaina sono invece l’1% dei 18-19enni maschi e lo0,2% delle femmine. Al di là dei numeri, che confermano la «prossimità» alle sostanze, e questo no stupisce, serve sicuramente un approccio multidimensionale.