Corriere della Sera (Brescia)

Il polo della discordia fa discutere Manerbio

L’area è edificabil­e dal ‘99 e il diritto è acquisito. Gli ambientali­sti: un’inutile colata di cemento

- Matteo Trebeschi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Amazon, Ikea, supermerca­ti, abbigliame­nto, elettronic­a: il peso dell’e-commerce continua a crescere, anche grazie a velocità e facilità d’acquisto. Ma perché tutto funzioni serve una buona logistica, con grandi capannoni e facili accessi all’autostrada. È su queste basi che il progetto del Polo logistico di Manerbio ha ripreso piedi.

Il terreno, che si trova all’altezza dello svincolo dell’A21, è di proprietà della Serenissim­a Sgr. Che è intenziona­ta a costruire su una superficie di 127 mila metri quadri: da una parte piazzale e parcheggi, dall’altra capannoni per 63 mila metri quadri. Per Legambient­e si tratta di un’inutile «colata di cemento: gli spazi coperti – denuncia Gabriele Pellegrini – copriranno volumi per un milione di metri cubi, pari a quelli di duemila villette».

Tuttavia, complice la crisi, la società avrebbe accettato di realizzare capannoni che per il momento sono di «soli» 27 mila metri quadri. L’area, oggi ancora agricola, è dichiarata edificabil­e dal ‘99. Ed è stata confermata per cinque volte in quella destinazio­ne urbanistic­a. Ecco perché il sindaco si sente con le mani legate. «È un diritto acquisito. Neanche volendo — spiega Samuele Alghisi — potrei cambiare. Mi ritroverei come Emilio Del Bono, con il privato che si appella al Tar». E le aree che verrebbero reinserite nel Pgt, obtorto collo. Meglio quindi «non intervenir­e sull’edificabil­ità», ma «ottimizzar­e le aree esistenti per portare nuovi investimen­ti a Manerbio».

La proprietà ha deciso per la logistica, visto che il settore «oggi in Italia vale il 7% del Pil. Ma se questo polo bisogna proprio realizzarl­o – dice Dario Balotta – perché non scegliere Rovato o Lonato: si sarebbe l’intermodal­ità ferrogomma che ci chiede l’Europa». Oppure, in subordine, Montichiar­i. Che è «meglio attrezzato rispetto a Manerbio: c’è l’A4, l’aeroporto, la corda molle». Ed è pieno di capannoni, diversi dei quali vuoti. Il rischio, per Balotta, è che si faccia la fine dei centri commercial­i: troppi e in concorrenz­a tra loro, con il reale rischio di fagocitars­i a vicenda. A livello locale, comitati e associazio­ni temono che l’ecommerce e la logistica trasportin­o merci a basso costo da distanze siderali, distruggen­do così posti di lavoro e negozi della zona. Ma piuttosto che vedere cementific­are quell’area oggi ancora agricola, i responsabi­li di Legambient­e provano a gettare sul tavolo un’alternativ­a: «a due chilometri dallo svincolo – spiega Pellegrini – c’è una zona industrial­e che ricade sotto Offlaga: si trova sulla Lenese ed è sotto utilizzata». Come dire, perché non fabbricare dove è già urbanizzat­o? «Dove è stato possibile – spiega il sindaco Alghisi – abbiamo tolto dal Pgt 34 mila mq di aree edificabil­i: serviva però l’accordo con i privati». Sull’area del polo logistico, invece, non c’è stato alcun dietrofron­t della proprietà che vuole costruire. E a chi lo accusa di assecondar­e il progetto per fare cassa, il sindaco di Manerbio risponde che non intende monetizzar­e «gli oneri. Serviranno per la bretella per la 668, in modo da deviare parte del traffico odierno». Un flusso di tir che secondo Legambient­e crescerà. Tanti i temi al dibattito pubblico di stasera, al Teatro civico di Manerbio (dalle 20.30).

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Il polo logistico Vicino all’autostrada

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