Il pm dei minori: «Non si pesano le conseguenze»
«Ho appena inviato quattro convalide dopo una perquisizione fatta stamattina (ieri ndr) in un istituto superiore cittadino». Il procuratore capo presso la Procura del Tribunale per i Minorenni, Emma Avezzù, parte con una serie di numeri che danno l’idea di quanto la droga circoli tra i minorenni. «Ogni lunedì, dopo il fine settimana in discoteca, mi ritrovo sulla scrivania almeno sei provvedimenti da eseguire per detenzione o spaccio di droga. E poi arrivano tutte le altre convalide del resto della settimana». Reati che nell’ultimo triennio sono aumentati del 65,6% e del 35,9%. «I i ragazzi non si rendono conto dei rischi. Non danno il giusto peso a sostanze che comunque incidono pesantemente su un corpo in via di formazione». Non sempre scatta l’arresto. Se si tratta di quantità per uso personale, spesso ci si limita a una segnalazione. Sono soprattutto le mamme a mettersi in prima linea per chiedere aiuto per i figli. «Incontro genitori spaventati e disinformati — spiega Davide Bonera pedagogista — concentrati più sull’uso degli stupefacenti che sulle vere ragioni per le quali i ragazzi fanno uso di stupefacenti che spaziano dallo stress alla timidezza fino alla difficoltà di entrare nel gruppo. Credo che tutto nasca da una carenza del ruolo paterno, il cui codice naturale prevede di limitare le situazioni di rischio. Spesso il mio lavoro consiste nello stanare i padri, ma bisogna recuperare un’educazione emotiva che vada oltre la compensazione attraverso beni materiali e metta i ragazzi in grado di affrontare le difficoltà della vita».