Poliambulanza, accessi in pronto soccorso su del 7%
Negli ultimi anni, il Pronto soccorso della Poliambulanza ha assistito ad un trend di crescita del 7% l’anno: dai 68.772 accessi del 2013 si è passati agli 82.264 del 2016. Ma oltre all’emergenza conclamata di traumi, problemi cardiaci e neurologici, il Pronto soccorso svolge indirettamente un’attività di screening: «l’anno scorso – ha ricordato il responsabile del Dipartimento di emergenza, Achille Bernardini – abbiamo fatto diagnosi di 350 tumori non ancora accertati». La Fondazione punta molto sulla diagnosi e sull’attività clinica che si può fare in Pronto soccorso. E in questi anni ha continuato a investire su quel reparto, che oggi conta 21 posti di Osservazione breve intensiva (Obi). In Poliambulanza i ricoveri dal Pronto soccorso equivalgono al 12% degli accessi: è vero, il dato è più basso di altri ospedali pubblici della provincia, ma il motivo è duplice. Da una parte c’è un numero limitato di posti letto (600 contro i 1.650 del Civile) «che ci condiziona sempre: abbiamo la necessità di dimettere in sicurezza molti pazienti – ha detto Bernardini – e per questo motivo lavoriamo molto sulla diagnosi e sulla terapia» che si può fare in Pronto soccorso. «Se è necessario si ricovera, ma se i medici del Pronto soccorso riescono a evitarlo – aggiunge il primario, Paolo Terragnoli – questo è un vantaggio anche per le tante persone anziane che possono tornare a casa». Certo, il mancato ricovero in reparto fa risparmiare alla struttura i costi di un posto letto che supera i mille euro al giorno. Ma per il primario l’interpretazione è un’altra: «il risparmio non è per la struttura, ma per l’intero sistema sanitario e per la collettività. Noi – ripete Terragnoli – non lavoriamo con la finalità del guadagno». (m.tr.)