Un Novecento di seduzioni Muse senza veli da Ab/Arte
Intorno alla loro vita spesso dissipata, sui loro sofà, nei loro studi e nei loro olio su tela, giravano come falene: mogli, amanti, modelle e prostitute. Ninfe e veneri, Madonne e consumatrici di uomini. L’Eva di Jean Raine e le signore spogliate di ogni malizia di Guillaume Corneille, i nudi distesi di Domenico Cantatore e quelli cubisti di Sergio Fergola, la Gala incapricciata di Dalì (aveva appetiti voraci puntualmente saziati) e i ginecei di Guttuso. Da Ab/Arte, in vicolo San Nicola, Andrea Barretta ha portato le Muse: con «Da Corneille a Guttuso la seduzione nell’arte», la galleria diventa un boudoir in due sale, un luogo pieno di sguardi ammiccanti, corpi di donna abbozzati o descritti senza pudore, visioni amorose. I femminini del Novecento e il loro carico di lusinghe, desideri e rimpianti sono in mostra da domani e fino al 25 marzo tra un erotismo sfacciato o trattenuto, portato sulla tela dalle avanguardie italiane ed europee: ci sono le parigine di Toulouse-Lautrec, i corpi luminosi che inducono facilmente in tentazione di Marco Lodola, le icone pop di Mimmo Rotella e gli amori platonici, drammatici o consumati di Manzù, Morlotti, Civitarese e Cassinari Vettor, per fare qualche nome. Il curatore ha raccolto «compositi linguaggi creativi in un panorama plurale lontano dal naturalismo che domina l’incanto di una sperimentazio ne visiva nelle caratteristiche essenziali del corpo femminile nella storia dell’arte moderna». I canoni di bellezza mutano, vengono stravolti o ignorati, diventano astratti come paesaggi o inseguiti con ossessiva precisione: il potere delle femmes fatales resta intatto e immune a correnti e capricci del momento.