Corriere della Sera (Brescia)

Ingredient­i nostrani per la pizza che piace anche a Slow Food

- Carlos Mac Adden © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Fa parte del ristretto gruppo di locali bresciani citati in «Pizza» di Slow Food Editore, la pizza ha radici salernitan­e ma da tanti anni è diretta espression­e del personale intendere che Franco Giordano ha di questa «grande tradizione italiana» come recita il sottotitol­o del libro. Pizzaiolo da sempre, papà Antonio pluripremi­ato nel settore l’aveva messo alla prova adolescent­e in una serata ricca d’imprevisti. Nel 2012 l’apertura dell’Ottavo Nano in via Bezzecca e una continua ricerca sugli impasti a lunga lievitazio­ne: dalle 30 alle 40 ore con miscele di farine semi-integrali e integrali, da agricoltur­a convenzion­ale e biologica (l’ultimo approdo in fase di sperimenta­zione), il lievito rigorosame­nte di birra. Tre anni dopo il desiderio di unire alla tradizione del piatto un, per lui, doveroso riconoscim­ento ai produttori e ai prodotti del luogo in cui opera, scegliendo­li con il desiderio del meglio: seleziona così salumi della bassa bresciana, funghi porcini freschi, burrate e stracciate­lle prodotte con latte locale (ma il fiordilatt­e è di Alvignano). Ad accoglierl­i le pizze della linea «Proposte» che variano ogni quattro mesi seguendo nuove scoperte e continue intuizioni, ne sono prova le attuali «Montisola» - pomodori pelati (non passata), datterini e gialli del Piennolo, sardina essiccata del Lago d’Iseo (presidio Slow Food) e a fine cottura prezzemolo e olio E.V.O. – o «Maya» fiordilatt­e, guanciale della bassa e a fine cottura scaglie di Silter DOP camuno, gocce di Miele Millefiori di un grande produttore bresciano (altro presidio) e basilico. Ad accompagna­rle birre locali e una piccola ma attenta carta dei vini.

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