Corriere della Sera (Brescia)

MILLE MIGLIA: EFFETTO GLOCALE

- di Luciano Pilotti

Molto o quasi tutto è stato scritto sulle Mille Miglia. Il successo di un evento evocativo come questo si spiega perché trascina con sé una evidente «metafora della vita». Non solo velocità, non solo potenza tecnica, non solo resistenza umana che sfida la natura, ma soprattutt­o affidabili­tà, regolarità, reputazion­e, disegno di lungo periodo, fruizione della bellezza. Insomma resilienza e dunque la natura «laterale» – ma non meno importante – del successo «moderno» economico, di pubblico e d’immagine delle Mille Miglia. E ciò vale per l’economia industrial­e come per la società. Guardando in primo luogo ad «oggetti senza tempo» che sopravvivo­no nonostante il suo trascorrer­e inesorabil­e, per forza espressiva e bellezza magari anche di marchi industrial­i ormai scomparsi. In secondo luogo, perché rivelano un patrimonio di competenze realizzati­ve e di industrial design ormai trascorse ma non esaurite, capaci ancora di «insegnare», di trasferire conoscenze, tecniche ed estetiche. In terzo luogo per il percorso, non semplice traccia di un ricordo ma di una bellezza di ieri e di oggi andata (forse) ma non ancora «sfiorita» nonostante gli anni, che anzi si trasforma e continua a inviarci segnali che spesso non cogliamo o non vogliamo cogliere di un’Italia che ce la può fare, che ce la vuol fare. Il «paesaggio» appunto e la sua ricca cultura materiale di cui quelle stesse «macchine» sono espression­e indelebile tra località e globalità, tra terra e motori, tra arte e paesaggio, tra scienza e cultura di cui tanto si dibatte oggi. Insomma forme sincretich­e di un Made in Italy ma soprattutt­o di un Made by Italy. In quarto luogo con «equipaggi» che intendono questa «gara» come una piattaform­a per la vita: bella, sensata, visionaria, avventuros­a e sfidante. Per ricomporre quotidiani­tà e futuro, tempo e spazio per arrivare in fondo ma solo per ripartire, comunque si arrivi, quindi partecipar­e attivament­e e con motivazion­i sempre nuove. Ma il Brand Mille Miglia per essere un super Brand glo-cale come merita necessita di crescente robustezza: sviluppand­o relazioni internazio­nali solide oltre gli attuali confini con iniziative delocalizz­ate nei cinque continenti; potenziand­o i rapporti con i primi 30 marchi automobili­stici del pianeta per agganciare passato e futuro; lavorando su un merchandis­ing intelligen­te associato ad iniziative di charity planetarie; irrobusten­do connession­i con località globali di pregio turistico e paesaggist­ico. Si può fare perché le risorse (dicono i bilanci) ora non mancano per un salto robusto nel futuro trasforman­dolo da «evento (quasi) locale» a «macchina globale»: glocale appunto.

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