Il 2 giugno la città diventa Repubblica (dell’elettronica)
Il 2 giugno torna Brescia Repubblica Elettronica, la maratona groove che farà ballare il parco Tarello da mezzogiorno a mezzanotte
Pulsazioni sincopate, ritmo ipnotico e rossetti sbavati al sole: è una repubblica fondata sul dancefloor. La club culture ha trovato la sua oasi, il parco Tarello, ormai luogo di culto degli edonisti notturni, e il suo evento manifesto: Brescia Repubblica Elettronica. Musica, arte, contaminazioni, tapas messicane e occhiali da sole: posseduti da un delirio di onnipotenza ritmica, il 2 giugno gli ossessivo compulsivi del groove balleranno dall’alba (mezzogiorno, per il loro fuso orario) al tramonto (mezzanotte) con 140 bpm come velocità di crociera.
Con i suoi fremiti elettronici e i suoi officianti in consolle, l’underground affiora dalla luce del neon a quella del sole, oltre le poltroncine lise dei privé: «L’anno scorso — dice Elia Zupelli, l’uomo che ha scritto la costituzione di Repubblica — siamo partiti pensando di tirare fuori dal club il mondo della notte. Siamo di nuovo qui: è un evento che ha ancora un sacco di cose da raccontare». Finché il groove non ci separi: da un’edizione all’altra, Zupelli e i suoi boys hanno reclutato nuovi sponsor (nomi e cognomi: fondazione Asm e Bcc Agrobresciano) e partner. Uno a caso: Musical Zoo. «Abbiamo creato un’unione: ci hanno aiutato a scegliere artisti e perfomance per il terzo palco, la novità di quest’anno consacrata al live». Repubblica ricambierà il favore: a luglio, i suoi fremiti elettronici costringeranno il Castello a ballare in una delle serate del festival.
La musica resta il centro nevralgico: sessant’anni portati con patto diabolico e un sound che ha lambito ogni confine, dalle balere ai club del Giappone, il semidio della consolle (e della Baia Imperiale di Riccione) Daniele Baldelli è nella lunghissima lista delle guest star dell’evento. «È l’uomo che prima di ogni altro ha intuito le potenzialità del dj set — dice Paolo Boroni, socio di Zupelli —. Oltre a lui e ad altri ospiti, daremo spazio alla scena bresciana e ai suoi migliori talenti e collettivi». Il nuovo palco, il terzo, sussulterà a ritmo hip hop, con sfumature black e new wave. Ma il luogo di culto resterà quello centrale, dove saliranno i gladiatori dell’elettronica.
È ancora fermo ai Creem e ai Jethro Tull, «e l’ultimo ballo che ho fatto è stato un lento», ma Renato Corsini, direttore del Macof, è stato indotto in tentazione: «Non voglio che gli scatti si perdano nei telefonini». Oltre alle macchie di gin tonic sulle camicie di seta, del 2 giugno resteranno le foto-reliquia: tra qualche mese, Repubblica prenderà in ostaggio il museo della fotografia con una mostra-pop up fugace, di qualche ora, e un contest tra chi ha inquadrato il groove. Per il vicesindaco Laura Castelletti, Brescia Repubblica elettronica è qualcosa di «spontaneo, sperimentale, con la capacità di contaminarsi. Rispetto alla scena europea, siamo un po’ indietro: Brescia vuole essere sul pezzo». In caso di castigo divino (pioggia), Repubblica radunerà i suoi fedelissimi il 18 giugno. Le istruzioni per l’uso e le agiografie degli ospiti sono sulle pagine social dell’evento: stay tooned.