Parla Sagramola: prima la società, poi il nuovo Brescia
Sul Cagni bis «Dipende dai progetti. Siamo già in ritardo»
Più sereno e disteso, dopo la grande paura. Ma già operativo. «Perché, chi conosce il calcio lo sa, siamo già in ritardo per pianificare la prossima stagione». Rinaldo Sagramola, ad delle rondinelle, guarda oltre. Resta un «ma» non da poco, che fa rima con società. Gli sviluppi non dipendono da lui, una cosa però è certa: «Auspico tempi rapidissimi per iniziare a lavorare sul mercato, una telenovela sul futuro del club sarebbe mortifera. Siamo già al lavoro per trattenere qualche giovane (Crociata, su tutti) che, arrivato in prestito, ha dimostrato di valere. Il livello della prossima Serie B si alzerà, dovremo essere pronti».
Insomma, Cellino o non Cellino («Ho avuto l’impressione che qualcuno abbia parlato a nuora affinché suocera capisse», il suo commento sull’uomo del mistero, che ancora deve decidere se rialzare la posta o dirigersi verso altri lidi), si faccia in fretta: «Non tutti quelli che si sono approcciati avevano un reale interesse, alcuni erano solo curiosi». Società pulita
Su un tasto, non vuole sentire discussioni. «Questo è un club risanato, l’attuale proprietà ha versato tra i 18 e i 20 milioni di euro. Ad oggi, resta la pendenza di 7 milioni con il fisco, che ci siamo ritrovati l’anno scorso a nostra insaputa: il debito è stato rateizzato ed è già in carico all’attuale gestione». Sui programmi di Marco Bonometti, il quadro è chiaro da tempo e lo conferma lui stesso: «Confido nelle sue parole, ha detto che continuerebbe se affiancato da gruppi con cui è in sintonia. In precedenza aveva manifestato interesse a uscire dal club, ora no». Un passo in avanti.
Brocchi e Cagni
Bene, ma con quale allenatore? L’enpasse, pur diverso (e si auspica breve) da quello della scorsa stagione che indusse Boscaglia ad accettare la corte del Novara, potrebbe avere ricadute sul Cagni bis che troverebbe l’apprezzamento di gran parte della (sua) città: «È vero che la brescianità del nuovo allenatore ha rinsaldato la piazza, con lui il clima si è raffreddato e io — ha continuato l’amministratore delegato — ho scoperto una persona leale e trasparente. Ha avuto il grande merito di capire subito cosa andava fatto, salvando una situazione disperata». I meriti, enormi, non vanno per ora di pari passo con le chances di riconferma: «Credo di aver capito che la sua disponibilità sia vincolata al progetto societario. Noi non siamo ora nelle condizioni per fare discorsi di ampio respiro». Sagramola ha detto grazie anche a Brocchi, «professionista di rara competenza. Con lui nel girone d’andata abbiamo raccolto 27 punti e espresso un calcio bello esteticamente. Poi qualcosa si è inceppato, ha pensato di rimediare dando più informazioni al gruppo invece di alleggerirlo. I fattori esterni (la contestazione dei tifosi e le voci societarie) non lo hanno aiutato e qualcosa è stato sbagliato anche sul mercato. Tutti però sono stati dei grandi professionisti, Mauri in testa. E Lancini, rientrato dalla porta di servizio, è uscito dall’arco di trionfo. È il simbolo dell’annata, i 50 punti soddisfano». Le eredità del passato
Qualche sassolino, Sagramola, se l’è tolto parlando del settore giovanile, finito sotto tiro per un’annata deludente, macchiata dal 12-1 subito dalla Primavera contro la Fiorentina. «Noi i giovani li valorizziamo con la prima squadra, ma gli «Under» sono stati ereditati e i nostri stanno crescendo. O arrivano nuove risorse oppure la priorità restano altre: la prima squadra e il debito fiscale». Ed è già tempo di mercato: «Non è forte chi non vende, ma chi vende e sostituisce». Il Brescia 2017-18 sta prendendo già forma nella sua testa. Ma restano i punti di domanda. Anzi, di sospensione.
L’errore di Brocchi Ha cercato di rimediare alla crisi dando più informazioni al gruppo Ma voglio dirgli grazie I debiti della società Abbiamo una pendenza fiscale di oltre 7 milioni già rateizzata e in carico all’attuale gestione