Corriere della Sera (Brescia)

La corsa raccontata in un alfabeto Retroscena, curiosità e protagonis­ti

L’ANNO DEL NOVANTESIM­O IL BILANCIO Da Arturo Merzario e Bastianich, i più acclamati, a Vesco, che è entrato nella storia

- Mara Rodella © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

A come Arturo Merzario. Il pilota cowboy che nel famigerato Gran Premio del Nurburgrin­g, era il primo agosto 1976, salvò dalle fiamme il pluricampi­one del mondo Niki Lauda. Si è ritirato a Roma. Ma con un coup de theatre è ricomparso in pedana per il finale di terza tappa a Parma. Ed è stata una standing ovation. Grazie Artur(i)o. B come Bastianich. Joe. Il più ricercato, il più acclamato. Il più fotografat­o. Anche a notte fonda, tra i vicoli di Padova. «Sono qui per vincere la corsa», aveva detto alla partenza. È arrivato 277esimo, ma «il calore della gente che ha fatto il tifo per me è stato straordina­rio». Un po’ meno l’assedio spietato di madri isteriche e figlie letteralme­nte colte da una crisi di nervi ad ogni suo passaggio. C come Canè. Giuliano. Che torna al fianco della moglie Lucia Galliani ad aprire la Mille Miglia 2017 per la prima volta al volante di una Om 665 Sport Superba del 1927. Tra i favoriti, si piazza decimo. Ma di Frecce Rosse ne ha già vinte dieci. Chapeau. D come Diletta Leotta. Tra le testimonia­l di «She’s Mercedes» al Challenge — solo da Desenzano a Verona — si è concessa parecchio ai flash, molto meno ai colleghi: «Ordini di scuderia». Pochissime parole, moltissime riprese: immancabil­e il suo smartphone. E come entusiasmo per le Vecchie Signore. Perenne. Nelle passerelle più rinomate, come la via Veneto romana della Dolce Vita, ma anche nei borghi più minuscoli e sperduti: Radicofani vince su tutti. Sempre. F come folla. Festa. Folclore. Frizione. Come Ferrari. Come Foresti: Guido. L’imprendito­re di Pralboino scomparso il 4 gennaio 2013 a cui l’«amico di sempre» Bruno ferrari dedica ogni Mille Miglia. Sulla sua Bugatti la scritta: «Guido corre con noi». G come Gola del Furlo. Novità 2017, una riserva naturale mozzafiato lungo il tracciato originario della via Flaminia, nel tratto in cui costeggia il Candiglian­o, nella provincia di Pesaro-Urbino: uno dei passaggi più suggestivi. H come hotel. Quelli in cui equipaggi, staff e seguito ci trascorron­o (se va bene) tipo cinque ore a notte: la sveglia suona sempre prima delle sei. I come insonnia, appunto. Meccanici in primis: figure chiave della corsa, si muovono dietro le quinte come fantasmi anche di notte. Provate a fare u n giro alle due del mattino del sabato nel Parco Ducale di Parma: li troverete al lavoro. L come Luigia e Maria Gaburri: moglie e figlia del fondatore di 1000 Miglia srl (scomparso nel gennaio 2016) si sono aggiudicat­e la Coppa delle Dame sulla loro Abarth 750 GT Zagato del 1957 numero 414. Bravissime. M come Morandi. Gianni. Non il celebre cantante di Monghidoro ma un omonimo imprendito­re di Poggibonsi che nella sua prima Mille Miglia su una splendida Om («ho coronato un sogno») ha dovuto accontenta­re orde di fan incredule e pronte a strappargl­i autografi cantando «Andavo a cento all’ora...». N come «non pervenuta». Iscritta con il numero 335, la bellissima Anna Kanakis ha dato forfait: colpa di un’ernia che ha costretto a letto il marito, e pilota, Marco Merati Foscarini. O come Om. Un tripudio: per l’edizione 2017 della Freccia Rossa, della prestigios­a vettura di Officine Meccaniche hanno corso ben 13 esemplari. P come Padova, che torna finale di prima tappa a Prato della Valle. E Pistoia, che dopo 60 anni ha rivisto il passaggio della corsa per i viali della città: peccato la pioggia torrenzial­e. Q come 450 Vecchie Signore iscritte alla Mille Miglia. E non si riesce mai ad accontenta­re tutti coloro che vorrebbero partecipar­e. R come record, appunto. Perché per il suo 90esimo compleanno Mille Miglia ha festeggiat­o con i primati: 705 domande che sono pervenute da 41 Paesi, di 5 continenti. S come Stradale. Grazie agli «angeli in divisa» della Polizia: da Brescia sono partiti 32 motociclis­ti e 6 auto. Sotto la guida del caposcorta Annalisa Valleriani. «Cor- tesia e rigore» le parole d’ordine: tutto è filato liscissimo. T come Toto Wolff. L’ex pilota team principal Mercedes si è «regalato» la Mille Miglia su Mercedes 300 Sl del 1952, in coppia con Aldo Costa. U come Unesco: il grande traguardo del presidente Aci Piergiorgi­o Vittorini. Perché la Freccia Rossa deve diventare patrimonio dell’umanità: «Questa crescita di prestigio della Mille Miglia deve fare entrare in un’ottica di profitti a beneficio del territorio» V come Andrea Vesco e Andrea Guerini. Mai nessuno prima di loro. Valtriumpl­ini, per la seconda volta di fila hanno vinto la corsa: stesso equipaggio, stessa auto — una Alfa Romero 6c 1750 Gs del 1931 — stesso numero. Entrando nella leggenda della regolarità. Super. Z come zig zag: a tutto gas come se non ci fosse un domani sulle strade di mezza Italia dribblando il traffico e gli ostacoli. La regolarità, sappiatelo, è anche velocità. Eccome.

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Vincitore Andrea Vesco (LaPresse/ Cavicchi)
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Gli scorci A sinistra uno dei passaggi più suggestivi (e storici) della Mille Miglia, tra le colline toscane della val d’Orcia, risalendo da Roma in direzione di Parma per il finale della terza tappa. Nello scatto l’arrivo a Radicofani uno dei borghi...

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